Difendiamo il miele italiano!
Non c’è pace per il miele italiano. Dopo la moria delle api adesso è la concorrenza (non sempre leale) a far male ai nostri alveari. La vicenda è riportata da Enrico Fovanna in prima pagina su Qn: le vendite in Valtellina calano a picco a causa della concorrenza estera, dalla Cina (che ha triplicato le forniture) all’Argentina fino ai paesi dell’Est, come Moldavia, Kazakistan, Romania e Ungheria. Il vantaggio nell’acquisto di certi mieli è tutto nel prezzo, molto basso. Però attenzione: “Questo – scrive Fovanna – dipende anche dai processi produttivi che non tengono conto degli standard minimi di sicurezza e igiene. E in passato non sono certo mancati i…
La balla di Berlusconi e della sua politica: diminuiremo le tesse. Si, ma a chi?
Sicuramente non ai dipendenti perchè il dato OCSE nel rapporto ‘Taxing Wages‘ ed è chiaro: l‘Italia scala la classifica del peso delle tasse sui salari. Il cosiddetto cuneo fiscale che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, in Italia é al 46,9%. L’onere del fisco nel nostro Paese è aumentato di 0,4 punti percentuali rispetto al 2009, quando si attestava al 46,5%. Nella classifica dei Paesi membri dell’Ocse, aggiornata alla fine dello scorso anno, l’Italia sale dal sesto al quinto posto per peso fiscale sugli stipendi, sorpassando l’Ungheria (46,4%), ma restando dietro a Belgio (55,4%), Francia (49,3%), Germania (49,1%)…