Quando a’ coda alla vaccinara, la cicoria e la pajata suggellano la pace
La coda alla vaccinara, la polenta e la pajata romana sono dei piatti prelibatissimi. Ma che fossero battenti bandiera bianca proprio non ce lo aspettavamo. Alcuni cuochi del Testaccio e di Modena, qualche gioirno fa, sono stati testimoni diretti della pace fatta tra Roma (ladrona???) ed il Nord, non quello del tetto del mondo ma dell’italia tutta. Dopo le parole di Bossi [link] che hanno offeso i romani (SPQR= Sono porci questi romani), è stato organizzato un banchetto apposta per fugare ogni dubbio sullla pace fatta tra il leader della Lega e la Capitale. Qui, il reportage foografico [link] con la Polverini che imbocca l’ospite d’onore. //
Esosi stipendi e (inesistenti) meritocrazie
C’ è chi predica (molto molto) bene e poi razzola (molto molto) male. Su quel “Carroccio” del partito leghista c’è di tutto. Come il Caldero-ne verde speranza, cioè meglio verde bosco, grazie al quale, dopo le discusse ed asprognole polemiche con la Chiesa, si è cantato “che mannaggia il diavoletto che ci ha fatto litigà, pace pace e libertà”. E poi quel fastidioso “Roma ladrona”, che risuona come un furto di pulci al mercato; o ancora il declassamento bossiniano, della sottintesa inetta gente del sud, seconda a chi fa delle ripetute bocciature un mestiere. Le finte orecchie d’asino, a quanto pare, sono diventate un bel cappellino alla moda. Ma non…