La pasta resiste: è ancora la prima scelta per gli italiani
La pasta è la prima scelta degli italiani in pausa pranzo. A metterlo in evidenza sono i dati raccolti con il progetto Food (Fighting Obesity through Offer and Demand) cofinanziato dalla Commissione Europea e dalla società che distribuisce i Ticket Restaurant. Secondo i risultati dell’indagine, ben l’81,4% degli italiani fa regolarmente pausa pranzo contro un 2,3% che non la fa mai e un 16,3% che la fa qualche volta/spesso. Il 35,8% consuma il pasto in ufficio, mentre il 47,4% va al bar/ristorante e il 16,4% va a casa. Tra i piatti preferiti, naturalmente come prima scelta, non potevano mancare la pasta e il riso, scelti dal 45% degli intervistati, seguiti…
A Parigi il primo siesta bar francese
Apre il primo siesta bar parigino, a due passi dall’Opera. Si tratta del Bar Zen di Christophe Chahsavang, che ha importato anche in Francia questo nuovo tipo di bar per la pausa pranzo. Alla base c’è un concetto semplice, che già va di moda in Giappone e in America: un momento di relax, anche solo per un quarto d’ora, prima di tornare a lavoro. Così, al costo di 12 euro, ci si può aggiudicare una stanzetta con luce soffusa, una poltrona o un lettino con massaggio incluso, magari ascoltando anche il fruscio del vento o del mare, oppure una musica rilassante. Questo uso comune in Giappone sembra già far furore…
Pausa pranzo – Tramonta l’era del panino al bar
Cambia la pausa pranzo e finisce l’era del panino al bar. Lo rivela un’indagine condotta da Episteme in vista di Host 2011 e ripresa oggi sulle pagine de l‘Espresso: gli italiani cercano fuoricasa sandwich da gourmet, con più design e meno condimenti, e all’ora dell’happy hour arrivano le tapas e i cibi etnici. I consumatori poi iniziano a snobbare i menù a prezzo fisso e si orientano sempre più al monoprodotto: bisteccherie americane, ristoranti di pesce crudo e pancake bar. Tra i nuovi modelli che si impongono, i luoghi di contaminazione, dove si fa la spesa e si può anche mangiare: un modello su tutti è quello di Eataly. Secondo…
L’Europa “partorisce” la pausa pranzo ideale
L’Europa regola la pausa pranzo con la campagna Food che prova a offrire un pasto bilanciato per i lavoratori europei. Il progetto pilota in sei Paesi ha coinvolto circa 52mila ristoratori e 5mila ristoranti. L’idea è quella di proporre menu bilanciati e fornire consigli utili a consumatori e ristoratori. Per i primi le regole da seguire sono: assaggiare i cibi prima di aggiungere sale, diminuire l’uso di grassi e preferire i grassi insaturi come l’olio d’oliva; mangiare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno; bere acqua a pranzo (sic! ndr). Ai ristoratori, invece, si consiglia di: scegliere metodi di cottura che riducano l’impiego di grassi (meglio al vapore,…
Le mogli non vogliono più cucinare (per questo motivo si sfasciano le famiglie?)
Cresce il numero degli italiani che sceglie di pranzare fuori casa: secondo un’indagine Fipe sarebbero ormai a quota 9 milioni gli italiani che consumano circa 1,8 miliardi di pasti fuori casa per una spesa totale di circa 12 miliardi di euro. Negli ultimi quindici anni la percentuale dei cittadini che consumano il pranzo fuori casa è salita del 10%, arrivando all’attuale 30%. Una vera e propria àncora di salvataggio per parte della ristorazione italiana che, secondo Il Giornale, sarebbe da attribuirsi alla “cocciutaggine delle mogli scansafornelli“. In tema pausa pranzo sul Corriere della Sera si registra l’intervento di Gregorio Fogliani presidente di Qui Group che propone un buono pasto elettronico…
Gustarsi al meglio la pausa pranzo, ecco i consigli
Il nuovo rapporto Ocse su cibo e pausa pranzo nei luoghi di lavoro delinea una criticità per gli italiani che a quell’ora sono compressi fra relax e corretta alimentazione. Su il Giornale di sabato i tre consigli per sfruttare al meglio la pausa pranzo: non spendere a tavola i 60 minuti a disposizione ma ritagliarsi il tempo per una passeggiata; “farsi un regalo” ogni giorno ovvero dedicarsi una piccola gioia, da un dolcetto alla lettura di un buon articolo di fronte al caffé (a trovarlo di questi tempi); variare il più possibile il menu quotidiano scegliendo il giusto equilibrio tra proteine e carboidrati. via Club di Papillon
CARA PAUSA PRANZO
Dal 2001 ad oggi gli aumenti di bar e self service hanno superato il 100% arrivando a pesare 262 euro al mese sulle tasche dei lavoratori. Questi sono i dati raccolti da uno studio di Federconsumatori che segna anche il ritorno della “schiscetta” preferibilmente consumata nei parchi e nei giardini. Secondo Roberto Piccinelli, docente di sociologia dei consumi al Politecnico di Milano, “un panino mangiato al parco con un collega soddisfa e permette comunque quell’interruzione del lavoro che ricarica”. La gavetta in pausa pranzo è sdoganata anche dal dietologo Giorgio Calabrese che sul Corriere della Sera suggerisce ai pendolari di prepararsi una pasta col pomodoro, il risotto oppure la classica…
Il Ministro Rotondi ed il paninazzo che blocca la produttività italiana
IL ministro per l’attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, vorrebbe fare in modo che la pausa pranzo, in Italia, fosse distribuita in maniera diversa. Nell’attesa di capire cosa voglia significare la “distribuzione” ad orario della focaccia doppiamente farcita o della pastasciutta al sughetto, attingiamo dagli esempi esteri. Il ministro Rotondi, dopo aver detto che “La pausa pranzo è un danno per il lavoro ma anche per l’armonia della giornata”, in un’ intervista rilasciata a Klaus Davi, passa agli esempi pratici. «In Germania, ad esempio, per incentivare la produttività, la pausa pranzo in alcuni posti di lavoro dura mezz’ora, mentre si estende a 45 minuti per chi lavora oltre le…