Attenzione a cosa portate a tavola – Quando la pubblicità ci “avvelena”
La questione principale si chiama “sintesi”. Se con Twitter il limite massimo del messaggio è fissato in 140 caratteri, nel mondo del marketing alimentare il numero di “lettere” a disposizione deve essere ancor più basso. L’obiettivo è raggiungere con la strada più breve, veloce ed efficace la mente in generale, il portafogli di conseguenza, lo stomaco nello specifico. Qui si vende cibo attraverso la certezza offerta di operare per il nostro bene: come, non sapete quanto è importante il Selenio? Cosa?! Non conoscete il Selenio? Male, malissimo. Peggio. Non volete bene né a voi stessi né alle persone che vi circondano. È ora di pentirsi, e lo strumento per farlo,…
McDonald’s vittima dei social-network
Anche i giganti inciampano. E’ successo a McDonald’s che ha visto trasformarsi la sua strategia di marketing sui social network in un vero e proprio incubo. La multinazionale aveva infatti pensato di raccogliere sui social network le “storie di McDonald’s” con episodi rassicuranti e famiglie felici, ma presto si è scatenato un putiferio di critiche, con tanto di licenziamenti e strani ritrovamenti negli hamburger. La stessa cosa era capitata qualche tempo fa a un’altra catena di fast food americana: Wendy’s. via Club di Papillon
GDO – Per combattere la crisi negli USA si reinventano gli spazi dei supermarket, funziona!
Dopo la crisi in America si reinventano gli spazi del supermercato. Così i consumi sono tornati a salire e la crisi sembra un brutto ricordo da archiviare. La grande distribuzione abbandona l’austerità e, secondo i nuovi dettami del marketing, ora: “Un supermercato troppo razionale e ordinato dà un’impressione di scarsità, cosa che la gente associa ai prezzi alti”. Si passa quindi alla “strategia del troppo” ed ecco che il New York Times lancia le sei regole d’oro per vendere di più di questi tempi. Prima regola: riempire gli spazi vuoti, a costo di costringere i clienti alla gimcana; secondo: non far caso agli accostamenti pur di riempire gli spazi; terzo:…
La professione dell’enologo destinata al ridimensionamento
La figura dell’enotecnico divenuta importante a partire dalla seconda metà dell’800 per contrastare i parassiti, oggi rischia di diventare una professione per pochi. Purtroppo, infatti, gli enologi sono in numero maggiore rispetto a quelli necessari per le aziende italiane. Su 600 studenti che si iscrivono all’anno alla laurea in enologia il 50% abbandona gli studi nel corso del primo biennio e solo 200 giungono alla laurea tenendo conto che il settore è in grado di assorbire 150 enologi l’anno. Quelli che poi concludono il percorso di studi con successo hanno invece a che fare anche con la dirigenza di aziende e di marketing. Secondo Assoenologi ci vuole quindi un percorso…
Rosso di Montalcino, rimandata la modifica del disciplinare
Non passa la modifica del disciplinare del Rosso di Montalcino e almeno viene cautelativamente rinviata di tre mesi la decisione. Questo l’esito della riunione avvenuta ieri di cui parla oggi La Stampa con un articolo di Paolo Massobrio, da sabato in Toscana ad assaggiare le varie anime del sangiovese, che dice: “Di fenomeni del marketing ne abbiamo conosciuti tanti, ma hanno fallito sempre quando hanno iniziato a vendere qualcosa di diverso da un’identità”. Ma anche il sito italiaatavola.net si schiera con Massobrio sulla vicenda della degustazione anticipata da parte di un’agenzia di comunicazione e in un articolo che appare oggi sulla newsletter dice: “Sottoscriviamo punto per punto quanto scritto dall’amico…