Quando l’enogastronomia “inguaia” la politica
Dopo gli spaghetti al caviale di Lusi, un’altra vicenda di gola mette nei guai un uomo politico, il sindaco di Bari Emiliano, che riceveva in un sol colpo ostriche imperiali, scampi, noci imperiali, astici e cozze pelose. Ma questo è solo un capitolo della saga cibo e potere, come viene riassunta su Repubblica, da Filippo Ceccarelli che nel libro nero dell’enogastronomia politica mette anche la cassata da 11 chili ricevuta da Berlusconi, le forme di Parmigiano regalate da Prodi a Kohl fino ai pecorini che Calvi riceveva da Carboni. E per dimostrare come l’enogastronomia politica sia sempre in voga, oggi su Repubblica, Alessandra Longo definisce la “politica dello strudel” quella…
Cinema, mafia e cibo
La mafia e la tavola, un binomio da film hollywoodiano, viene analizzato oggi da un libro scritto a quattro mani dai giornalisti Jacques Kermoal e Martine Bartolomei, che passano in rassegna i pasti di celebri mafiosi, passando dalla ricotta e cicoria di Provenzano agli odierni “pranzi calabresi” a Milano. Tra aragosta alla maniera di Castellamare del Golfo alla cassata amata da Don Vito Cascioferro quello che emerge – rileva Francesco La Licata su La Stampa – è l’importanza del desco: “A tavola si appiana qualunque contrasto, si fa la pace, si dichiara la guerra, si decidono affari, si saldano alleanze. I siciliani – continua la Licata – questo lo sanno…