Governo ed economisti miopi sopprimono le festività laiche
Solo un governo miope in un momento di crisi come questo poteva sopprimere quelle festività che fanno “ponte”, dunque PIL. Ci chiediamo come mai non c’è stato nessun politico che abbia denunciato tale simile imbecillità. Forse perchè la scuola continua a non far notizia o forse perchè dopo anni di bombardamento mediatico sulla scuola difenderla renderebbe impopolare? Sta di fatto che nemmeno le associazioni dei commercianti o Federalberghi hanno detto nulla e dire che a rimetterci per primi sono proprio loro. No ponte, no party. E la Brambilla che fa? Forse è meglio che lei se ne stia zitta.
Per ogni docente che resta a casa per un eventuale ponte – ricordiamo ai fenomeni della politica e agli economisti – ci sono 28 potenziali famiglie che potrebbero decidere di fare almeno la gita fuori porta ergo alzare il PIL, facile no?
Riportiamo l’articolo di legge
Art. 24. Festività laiche
A decorrere dall’anno 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 30 novembre dell’anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede, nonchè le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni in modo tale che, sulla base della più diffusa prassi europea, le stesse cadano il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica.