ITP – Il danno tecnico-pratico della riforma Gelmini
Licei
Il Liceo di Scienze applicate è sicuramente un percorso tra i più interessanti della nuova riforma: come si evince infatti dall’art. 8 del regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei”, l’opzione Scienze Applicate (si cita testualmente) guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità ed a maturare le competenze necessarie per seguire lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica e per individuare le interazioni tra le diverse forme del sapere, assicurando la padronanza dei linguaggi, delle tecniche e delle metodologie relative, anche attraverso la pratica laboratoriale.
Nonostante le esplicita citazione alle attività di laboratorio, tale corso è in realtà penalizzato dalla mancanza di ore espressamente dedicate all’attività pratica, come si può vedere dal quadro orario messo a punto proprio con la recente riforma. Il Liceo non prevede infatti, la compresenza di insegnanti tecnico pratici (ITP), figura professionale dedicata completamente alla preparazione, pianificazione e valutazione delle esperienze pratiche di laboratorio, attività per la quale è richiesta apposita formazione. Tale tipologia di insegnanti sono invece presenti presso gli Istituti Tecnici e Professionali ove svolgono le funzioni fondamentali connesse con i vari laboratori e, per alune materie, sono insengnanti indipendenti.
Secondo il citato regolamento, le attività di laboratorio sono relegate nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato. In pratica, il legislatore vorrebbe che la scuola stessa si facesse carico, attraverso progetti appositi, magari affidati ad esterni, dell’attivazione delle attività laboratoriali: per ovvie ragioni, questo non viene fatto ed i molti laboratori scientifici presenti in importanti e prestigiosi Licei rimangono deserti. In un corso che prevede espressamente la pratica di laboratorio, tali attività dovrebbero essere di primaria importanza!
La mancanza dell’Insegnante Tecnico Pratico si traduce quindi in una mancata frequentazione dei laboratori da parte degli alunni. Non è nemmeno possibile che un solo insegnante (il titolare della cattedra di Scienze) possa condurre -da solo- un’intera classe (magari di 25-30 alunni) in un’ aula dove sono presenti strumentazioni delicate, vetreria e sostanze potenzialmente pericolose. La presenza di due docenti infatti, ha anche il compito di garantire una maggiore sorveglianza e sicurezza per i ragazzi. L’insegnante teorico inoltre, dovrebbe approntare l’esperimento, preparare gli strumenti, compiere i passaggi e fare tutto ciò che è connesso con l’attività laboratoriale, mentre gli alunni aspettano che tutto sia pronto: chiunque abbia un minimo di esperienza di insegnamento scientifico sa che tale situazione è difficilmente gestibile. Per tale motivo, le attività pratiche non vengono effettuate creando una grave lacuna di preparazione nei nostri ragazzi.
C’è da chiedersi quindi, che Scienze Applicate siano se non c’è nessuno che insegni ai ragazzi come applicare ciò che imparano. Di fatto, sarebbe più corretto cambiare nome al corso: da Liceo di Scienze Applicate a Liceo di Scienze Teoriche, ribaltando le finalità con cui tale corso è stato creato.
Occorrerebbe andare oltre ogni tentativo di uniformità (le compresenze non sono infatti presenti nei Licei) quando a rimetterci è la qualità dell’offerta formativa rivolta alle nuove generazioni.
A tal proposito conviene leggere la pagina 12 dell’allegato A al regolamento recante la revisione dei licei il quale cita:
Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno:
-aver appreso concetti, principi e teorie scientifiche anche attraverso esemplificazioni operative di laboratorio;
-elaborare l’analisi critica dei fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la scoperta scientifica;
-analizzare le strutture logiche coinvolte ed i modelli utilizzati nella ricerca scientifica;
-individuare le caratteristiche e l’apporto dei vari linguaggi (storico-naturali, simbolici, matematici, logici, formali, artificiali);
-comprendere il ruolo della tecnologia come mediazione fra scienza e vita quotidiana;
-saper utilizzare gli strumenti informatici in relazione all’analisi dei dati e alla modellizzazione di specifici problemi scientifici e individuare la funzione dell’informatica nello sviluppo scientifico;
-saper applicare i metodi delle scienze in diversi ambiti.
Tecnici
Per quanto riguarda i tecnici, la riduzione ad una sola ora a settimana di laboratorio di chimica e di fisica del primo biennio, sta costringendo la maggior parte dei docenti di laboratorio, ad effettuare solamente lezioni dimostrative dove i ragazzi stanno per lo più a guardare e solamente poche volte prendono parte attiva agli esperimenti. In una sola ora, il tempo necessario per completare le prove di laboratorio non basta: essa infatti, prevede anche una parte teorica che è la lettura e la comprensione del protocollo (i procedimenti sperimentali da effettuare) e il tempo per preparare gli strumenti ed allestire l’esperimento. Tutto ciò, considerato che a volte molte scuole hanno ore di 50 minuti, rende queste attività praticabili solo dal docente che illustra e compie l’esperimento. Non tutte le attività purtroppo, possono essere divise in due lezioni distanti una settimana dall’altra; quando si riesce a farlo, viene meno la completa attuazione del programma.
Professionali
Nel primo biennio della maggior parte degli istituti professionali, sono stati finalmente reintrodotti il laboratorio di chimica e di fisica. Tali attività rappresentano il primo impatto con il laboratorio da parte degli studenti che si accingono a frequentare un corso di studi basato sulla formazione della figura di manutentori. Le attività pratiche svolte nel biennio sono quindi la base delle attività pratiche degli anni successivi. In molti istituti professionali, i laboratori di chimica sono presenti, ma nel tempo erano stati trasformati in magazzini. La riforma ha quindi avuto il merito di dare nuovamente vita a queste strutture, ma anche in questo caso vale quanto detto per i tecnici: in una sola ora, il tempo necessario per completare le prove di laboratorio non basta, specialmente nelle classi numerose e con dinamiche comportamentali complesse come quelle presenti negli istituti professionali.
Prof. Lucio Milani