Retroscena – Ecco chi voleva le 24 ore e dove sono finiti i soldi per le sezioni Primavera
Sulle 24 ore proposte dal ministro Profumo ci sono dei retroscena che in pochi conoscono: ad esempio in pochi sanno chi abbia realmente rallentato il progetto. A Ruota Libera ha indagato. Le nostre autorevoli fonti ci dicono che appena appresa la notizia, perchè anche loro ignari, i due sottosegretari, Rossi-Doria e Ugolini, hanno chiamato il ministro per rassegnare le loro dimissioni, atto che ha portato poi Profumo a rivedere le sue posizioni e a rallentarne il progetto politico.
Va precisato che ad essere contrario in realtà era tutto il MIUR, o meglio tutta la parte del MIUR che conosce la scuola e il lavoro degli insegnanti, soprattutto quello sommerso. L’idea delle 24 ore però non nasce dal nulla, in realtà vi è una corrente all’interno della struttura amministrativa che spinge in questo senso. Ci informano che la stessa idea venne proposta all’ex ministro Gelmini che la respinse addirittura con una risata (lo confermano anche le sue ultime dichiarazioni n.d.r).
Allora – in linea con il nostro stile – abbiamo cercato di capirne di più. Alcuni nomi sono venuti fuori. Pare (condizionale d’obbligo) che l’ispiratore che ha convinto il ministro Profumo sia stato il DG Filisetti, da tempo nelle grazie del ministro al punto da assumere il rango di consigliere “preferito”, assieme a lui alcuni altri dirigenti che nella scuola, come lavoratori, non vi hanno mai messo piede, lo si evince dalle stesse proposte.
Ovviamente, alla base della scelta c’è il mero risparmio in barba alla qualità, tant’è che la norma è stata scritta dalla ragionieria dello Stato con l’avallo del solo ministro, cogliendo di sorpresa tutti gli altri. Un atto di generosità a senso unico, insomma.
Vi sveliamo anche un altro aspetto: vi siete chiesti dove siano finiti i soldi per le sezioni Primavera? Anche in questo caso abbiamo indagato e abbiamo scoperto che i “bambini” finanzieranno la digitalizzazione della scuola con buona pace di tutti e con la soddisfazione delle aziende private che si aggiudicheranno gli appalti.