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Imprecisioni – Collega Giuseppe Crisà, prima di scrivere ai giornali bisognerebbe almeno sapere di cosa si scrive


La questione relativa alla riconversione sul sostegno, come era ovvio, continua a sollevare un polverone di polemiche sterili ed immotivate. Alla base c’è semplicemente il sacrosanto diritto della difesa del posto di lavoro, ma a volte viene difeso a scapito degli stessi precari storici come denuncia questo docente (leggi qui). Quelli specializzati sul sostegno lo fanno scrivendo a destra e manca, a volte riportando grossolane imprecisioni.

Fra questi il collega Giuseppe Crisà, docente precario specializzato, che risponde ad una mia riflessione (da leggere qui) pubblicata da OrizzonteScuola.

La prima affermazione che fa’ è: “Non è vero che il docente in esubero riconvertito sul sostegno lascia il posto al precario, perché proprio per la condizione di esubero, non vi è il posto per quella classe di concorso (se no non sareste stati “esuberati”)”.

Il collega, affermando ciò, conferma fino in fondo di non conoscere il “sistema scuola”, dovrebbe invece sapere della distinzione fra organico di diritto ed organico di fatto, questo gli permetterebbe di capire che per finire in esubero non bisogna perdere tutte le ore, come erroneamente invece lui immagina, ma solo una parte di esse. La restante (ciòè quella che non si perde), va a comporre appunto l’organico di fatto per poi essere riassegnata ai docenti soprannumerari. Non essendoci più il soprannumerario perchè “riconvertito”, questa parte sarà inevitabilmente assegnata al precario iscritto nelle graduatorie.

Vorrei ricordare – scrive ancora – che i docenti di sostegno, ormai da più anni, ed in particolare nella secondaria di secondo grado, non solo sono sufficienti, ma addirittura sono loro stessi in “esubero”, costretti ad iscriversi nelle liste salva precari in attesa di sostituire i colleghi per malattie, maternità o altro“.

Anche qui dimostra di essere più “realista del re”, sconfessando i dati ministeriali che parlano di un vuoto in organico di oltre 10mila posti, altrimenti che riconversione sarebbe? A conferma di ciò sono i tanti precari che ogni anno a settembre vengono nominati sul sostegno ed individuati dalle graduatorie incrociate.

poi ancora

Se il collega si riferisce alla situazione del Nord, ricordi (e sicuramente lo sa) l’esodo di docenti di sostegno dalla Sicilia al nord in occasione della riapertura delle graduatorie permanenti. Prova a dirlo ai colleghi Siciliani quale risorsa è per loro questa “Riconversione“.

Questa tipologia di esodo esiste da sempre, e Crisà dovrebbe saperlo, e più delle volte è servito per ottenere l’immissione in ruolo, provi lui a chiedere ai docenti precari inseriti nelle graduatorie del Nord.

Caro collega, nel ricordarti che noi lavoriamo da decine di anni sotto la guida della famosa legge n.104/92, da voi stranamente scoperta in questi ultimi mesi…

Un buon insegnante la prima cosa che dovrebbe fare è proprio quella di studiarsi la legge 104, cosa che io (visto che ti rivolgi a me) ho fatto e che conosco. Ecco perchè accolgo di buon grado la possibilità di una riconversione. La formazione permanente e di lunga durata servirà anche ad approfondire in tutti gli aspetti tale fondamentale legge e quindi a non mandare sul sostegno insegnanti allo sbaraglio.

Poi continua citando: “l’art. 13 comma 5 recita ” Nella scuola secondaria di primo e secondo grado sono garantite attivita’ didattiche di sostegno, con priorita’ per le iniziative sperimentali di cui al comma 1, lettera e), realizzate con docenti di sostegno specializzati, nelle aree disciplinari individuate sulla base del profilo dinamico-funzionale e del conseguente piano educativo individualizzato.

Anche qui tanta confusione. I docenti in esubero non appartengono solo all’aria tecnica come invece Crisà afferma, vi sono docenti di musica, docenti delle materie giuridiche, ingegneri meccanici e via discorrendo. Informarsi prima di scrivere eviterebbe di fare affermazioni sbagliate.

Per ultimo, caro collega, per me che da anni e anni mi batto per la professionalità e la qualità del docente specializzato, sentirti parlare di “professionista che fa una scelta di passaggio di profilo” è quasi un barzelletta: scelta è quando ti dicono: questo o quello; scelta obbligata è quando ti dicono: questo o niente.

Anche qui si dimostra più “realista del re”, nel decreto direttoriale si legge “su base volontaria”.

Scegliere in questo modo è, purtroppo molto più semplice. Peccato che la proposta avanzata già tanto tempo fa di creare una classe di concorso apposita per il sostegno dove chi entrava doveva OBBLIGATORIAMENTE permanervi per almeno 10 anni, non sia andata in porto; avrei proprio voluto vedere quanti “professionisti” sceglievano di andare sul sostegno e quanti avrebbero deciso di lottare, come faremo noi, per difendere il proprio posto di lavoro.

Su quest’ultima affermazione possiamo anche essere d’accordo.