I danni del maltempo – Animali e coltivazioni a rischio!
Cento pecore sotto la neve e una vita di lavoro a rischio. Su La Stampa di oggi la richiesta d’aiuto del “nostro” Vittorio Beltrami, “poeta dei formaggi” di Cartoceto (Pu), è la testimonianza più efficace della sofferenza di buona parte dell’Italia travolta da un’ondata anomala di maltempo. Su Italia Oggi di sabato invece è il florivivaismo a lanciare l’allarme: molte serre del Centro sono crollate a causa delle nevicate. Il grande freddo può aver danneggiato gli ulivi, in particolar modo quelli più giovani che iniziano a soffrire con -8 °C con danni crescenti fino ai -15°C: qui il rischio di un’annata irrimediabilemnte danneggiata è per tutto il Nord, ma anche Romagna, Marche e Lazio. Possibili danni anche per le viti, con un probabile mancato attecchimento nel 30% delle barbatelle dei vigneti giovani, mentre può essere che per le coltivazioni in campo la neve abbia protetto e salvato i futuri raccolti dal gelo. Gli animali del bosco, al freddo e senza cibo, scendono a valle: cervi in Molise, cinghiali nel Lazio e addirittura i lupi alle porte della Capitale. Ma per questi ultimi gli esperti rassicurano: non sono animali pericolosi, anzi sono gli unici predatori naturali dei cinghiali. In sofferenza anche gli animali domestici: molte stalle sono crollate, le tubature sono ghiacciate, mucche, pecore e capre hanno ridotto la produzione di latte e, colpa del freddo, sono molti gli aborti spontanei che prefigurano una Pasqua con meno agnelli. Per fortuna l’ondata di freddo e neve è giunta al termine: secondo Luca Mercalli tra martedì e mercoledì la situazione dovrebbe stabilizzarsi. Il periodo appena trascorso, pur non raggiungendo i livelli del 1956 e del 1985, ha fatto segnare alcuni record come i -24,4 °C nella pianura piemontese e i 2 metri di neve a Urbino.
via Club di Papillon