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    Categories: attualità

Il diario di Roberto, partito da Biella per portare aiuti ai profughi ucraini

La guerra è un’assurdità, in qualsiasi latitudine del mondo si combatta. Le guerre causano disastri di qualsiasi natura, da quelle economiche a quelle infrastrutturali a quella umanitaria, la più terribile. L’invasione Russa dell’Ucraina è l’ultimo scenario di guerra, che a differenza delle altre vanta riflettori maggiori, forse perché alle porte dell’Europa o forse perché c’è di più rispetto a quanto raccontato dai media.

Le TV ci stanno raccontando però i disastri che stanno vivendo gli ucraini, donne, bambini, anziani costretti a lasciare tutto per salvarsi la vita, uomini costretti a combattere per difendere la proprio a terra. In mezzo a tutto questo disastro per fortuna viene fuori anche un aspetto importante, l’umanità di chi assiste a distanza ai disastri e che si mobilità per portare aiuti di ogni genere, dagli abiti, agli alimenti e alle medicine che scarseggiano sempre più.

La guerra è disastro!

Fra chi si è mobilitato vi è anche Roberto Nocentini, un caro amico che da un giorno all’altro ha deciso di darsi da fare, ha contribuito a raccogliere gli aiuti e poi assieme ad altri si è messo alla guida di un furgone carico di aiuti, direzione Ucraina. Roberto sta raccontando questa avventura attraverso Facebook, testimoniando le difficoltà che lui stesso sta attraversando per raggiungere il confine e poi la sofferenza di chi è stato costretto a lasciare tutto e correre verso la salvezza, senza nemmeno voltarsi indietro.

Quel diario di Roberto ho deciso di portarlo anche sul mio blog, nella speranza che sia il diario di tutti.

Primo giorno, si parte alla volta della Moldavia

Roberto scrive: “Sto pensando che… sono molto contento, sono contento di partire domani per andare a portare farmaci in Moldavia, di potere aiutare i profughi Ucraini che fuggono dalla guerra che, come tutte le guerre non ha senso e non dovrebbero esserci. Il mio aiuto non è che una microgoccia nell’oceano, ma questo mi rende felice di potere aiutare chi, in questo terribile momento fugge, lasciando la propria casa, i suoi cari, le sue origini, il suo Paese per colpa di un dittatore. Che spero venga combattuto e annientato davvero molto in fretta”.

Secondo giorno di viaggio direzione Moldavia, il riposo

Roberto rispondendo a Facebook scrive: “Sto pensando che… da ieri alle 12,00 ad ora abbiamo dormito 3 ore e dobbiamo ancora fare circa 600 km per fare il primo scarico merce, e poi altri 160 km per lo scarico definitivo. Stanchi ma con il morale molto alto, felici di dare una mano, ma la cosa più bella, è che torneremo in Italia con 13 persone che sono fuggite da questa tragedia, fra cui 3 bambini, di cui uno di 4 mesi. Speriamo di potere date a loro un futuro più sereno…”

Terzo giorno, la neve

Dopo essersi fermati ed aver anche sfamato un cagnolone incontrato durante il viaggio, la neve, Roberto scrive: “I nostri impavidi eroi in Transilvania con la neve, abbiamo appena passato il Castello di Dracula e non l’abbiamo nemmeno visto…”

Le difficoltà continuano, in particolare è la frontiera Moldava a crearle: I Moldavi non ci fanno passare… nevica palline di ghiaccio…… ma che bella giornata di… 😡😡🤬☹️☹️” L’amarezza continua, ma non si abbattono: “Morale della favola… in Moldavia non ci hanno fatto entrare… andiamo al confine Rumeno/Ucraino”. Ma poi, finalmente: “Sto pensando che… dopo un po’ di insistenza, molta pazienza, qualche aiuto e tanta caparbietà. I nostri eroi sono riusciti ad entrare in Moldavia per continuare la nostra missione, come da programma. Per ora siamo contenti di potere adempiere alle promesse fatte prima della nostra partenza. Le altre news seguiranno domani, dai nostri piccoli eroi è tutto, saluti”.

Quarto giorno, finalmente giunti a destinazione

Roberto scrive: “Oggi bellissima sorpresa, abbiamo potuto aiutare donando viveri di conforto, giocattoli, scarpe, vestiti e quant’altro in un centro di accoglienza di 70 persone, fra donne e bambini. Vedere la loro gratitudine, il sorriso dei bambini e l’affetto dimostrato, ha piegato anche i più resistente di noi facendo scendere qualche lacrima, ma che bello una lacrima di felicità mi mancava da molto tempo…”

Il meritato riposo dopo un lunghissimo viaggio

Roberto scrive: “E questa sera, siamo stati accolti nella casa di un prete per dormire. Molto più che semplice, ma con un affetto e una simpatia che è riuscita a trasformare l’albergo più bello al mondo in una capanna e il nostro stanzone in un Hotel da sogno.
Grazie di cuore”

Direzione Ucraina, si passa il confine

 

Aggiornamento, siamo riusciti ad entrare in Ucraina e scaricare tutto quello che dovevamo scaricare obiettivo raggiunto , siamo molto soddisfatti.
Adesso, stiamo andando a prendere le persone che porteremo in Italia, saluti dai piccoli eroi.

Scaricati gli aiuti, si recuperano i profughi da portare in Italia

“Ed ecco – scrive Roberto –  i passeggeri del mio furgone, due mamme, due ragazzi di 14 e 15 anni e una bimba di 6” Il viaggio prosegue anche se con qualche intoppo.


“Dogana Ungherese, coda allucinante sono più di tre ore che siamo fermi. Fanno controlli pazzeschi”.

Finalmente il ritorno verso casa, l’Italia

“Finalmente siamo a 50 km da Trieste… ultimi 500 km, oserei dire leggermente stanchi”. E poi, conclude: “Sto pensando che… sono le 4,15 di sabato, siamo partiti domenica scorsa alle 12,00. Forse abbiamo dormito in tutto non più di 24 ore, abbiamo fatto 4250 chilometri, per cui sono così stanco che non ho nemmeno sonno, e allora faccio un resoconto di questa avventura.

Ho visto la paura negli occhi della gente, che lascia le sue radici in un Paese distrutto per la follia di un’uomo, la desolazione di chi non ha più nulla, donne che scappano con i loro figli lasciando i mariti a combattere, i loro uomini, i padri dei loro figli che magari non torneranno.
Tutto questo, lascerà nel mio cuore e nella mia mente una ferita che non si rimarginerà, un dolore per tutta la vita e che mi conferma per l’ennesima volta, che l’animale più cattivo e feroce è l’uomo. Ma sono comunque felice di aver potuto nel mio piccolo aiutare questa gente, sono contento di avere portato in Italia 21 persone che vanno dai 4 mesi di vita a forse 50 anni. Vi abbiamo aiutati a trovare un nuovo futuro, sarà difficilissimo per voi rinascere, sviluppare nuove radici, crescere e cercare di dimenticare gli orrori che hanno scavato i vostri volti, rattristato i vostri occhi.
Io i vostri volti e i vostri occhi non li dimenticherò mai…
Ciao amici”
Liborio Butera:
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