Il robot sommelier che preoccupa il mondo dei sommelier umani
Il robot sommelier, messo a punto dagli studenti del GaE Aulenti di Biella sotto la guida di un docente “visionario” che riponde al nome di Giuseppe Aleci, ha suscitato tanta curiosità. Il robottino, o meglio il cobot, robot dotati di intelligenza artificiale in grado di interagire e collaborare con gli umani, è in grado di riconoscere un vino, di risalire persino alla cantina di produzione e di tacciarne le caratteristiche organolettiche. Insomma, la presentazione del robot sommelier ha fatto si che la stampa nazionale si interessasse al progetto regalandogli persino la prima Pagina (Quotidiano la Repubblica), ma anche la televisione non è stata indifferente, la trasmissione Geo&Geo ha voluto come ospite sia il robottino che il prof. Aleci. E’ stato un successo. Il robot è stato intervistato ed ha saputo rispondere in piena autonomia, ha anche dato dimostrazione del sue capacità nel riconoscere un vino (colore, vitigno, acidità ecc.), dell’area geografica di provenienza e dei possibili abinamenti a tavola. Un successo, insomma.
Il robot sommelier e ilmondo del vino
Gli unici scontenti sono i sommelier umani che in più di qualche occasione sono stati persino poco eleganti (per usare un eufemismo) nei confronti di chi ha curato il progetto perdendo – in alcuni casi – perfino l’eleganza che li contraddistingue. Mi spiace per loro, ma il futuro è proprio questo. I cobot prenderanno sempre più piede e in molti casi si sostituiranno agli umani. Non sarà però così per i sommelier che possono stare sereni per dirlo alla Renzi (il che è tutto dire), un robot non potrà mai avere la loro eleganza e la loro capacità di narrare un vino, ma in taluni casi potrebbe essere di aiuto, come lo è il Bimby per molti chef che lo tengono imboscato nelle loro cucine, ma che nessuno dice.
Qui di seguito riporto un breve filmato che mostra come gli allievi abbiano realizzato il robot sommelier e alcuni momenti della programmazione a dimostrazione che nella scuola italiana si realizzano progetti meravigliosi senza necessariamente andare in Svezia o nelle tanto osannate scuole scandinave, basterebbe potenziare l’Istruzione italiana, negli anni vittima solo di tagli o di riforme scellerate. Per fortuna ci sono ancora docenti eroi che non mollano, docenti come Peppe Aleci.