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Ci ha lasciato il Re del Blues … ma il Blues non muore mai !

Oggi è veramente un giorno difficile per il Popolo del Blues e della Musica in generale ….
Ieri notte se n’è andato quello che era universalmente riconosciuto come l’unico grande Re del Blues, ossia il leggendario B.B.King .
Tutti noi, che siamo nati con questa Musica nel cuore e nell’anima, oggi viviamo una giornata di profonda tristezza e di sentita riflessione .

La scomparsa del Re nei giorni scorsi era stata preceduta dalla sequenziale scomparsa di alcuni grandissimi “Cavalieri” di questo genere musicale, che negli ultimi 100 anni ha rivoltato tutta la musica moderna .
Solo alcuni giorni fa, infatti, avevamo salutato con altrettanta grande tristezza, artisti anch’essi favolosi, come Joe Cocker prima e Percy Sledge e Ben Earl King dopo .

Con la scomparsa di BB King, oltre che uno dei più celebrati e leggendari artisti della Musica mondiale,  scompare uno dei più grandi testimonial di quelli che il Blues l’hanno creato e visto nascere nelle piantagioni di cotone e poi trasportato, modificato ed urbanizzato, allorquando si sono spostati a cercare fortuna nelle grandi città americane.

Erano gli anni in cui, in quelle città, nascevano le Radio e B.B.King (all’epoca solo il giovanissimo Riley B. King) si spostava dalle campagne dove aveva lavorato con la sua famiglia, alla città . Passando dalla fenomenale palestra domenicale del Gospel (da dove sono venuti tutti i più grandi del Soul e del Blues), arriva nella grande Memphis, dove con una chitarra che stacca solo poche note, ma intrise ognuna di fiumi di sentimenti, riesce assieme ad altri grandi neri che venivano dalle campagne, a dare voce a queste loro stupende melodie . Le stesse,  mescolavano come per magia di uno provetto Chef, la gioia, la disperazione e la frustrazione dei milioni di quelli che, solo pochi anni prima, erano i neri fuggiti dalla mamma Africa .
In una Radio di Memphis il giovane Riley, organizza il suo programma ed adotta il nome d’arte di Beale Street Boy prima e di Blues Boy King dopo, per ipnotizzare davanti alla Radio milioni di ascoltatori .. Era definitivamente nato il Blues ed era nata la leggenda di B.B. KING ..

Dai primi anni ’50 fu un crescere continuo di successi, di dischi, di incisioni, di collaborazioni e di leggendari concerti … B.B. assieme ad altri epici personaggi, come Ray Charles, Wilson Pickett, Bobby Blue Bland o Aretha Franklin (solo per dirne alcuni…), impongono il Blues ed il Soul come “ceppo base” da cui far partire tutta la musica moderna .
Nella sua vita, aneddoti che hanno coltivato la leggenda, come quelli legati alla sua chitarra “Lucille”, salvata in un incendio scatenato da appassionati contendenti per accaparrarsi le grazie dell’avvenente Lucille, appunto .
Per il resto, una vita di brani di sconfinata poesia e qualità artistica . Brani che sono entrati nel cuore e nell’anima di milioni e milioni di cittadini di tutto il mondo, poiché creati da un grande artista, solo attraverso il suo istinto ed il suo cuore .
B.B.King,  anche fino agli ultimi concerti dell’anno scorso (tenuti ad 88 anni), toccava la sua “Lucille” con poche note perché, per arrivare al cuore di qualcuno, solo poche e calibrate note servivano … Non era un virtuoso e non voleva esserlo. Il Blues è un discorso diretto, sanguigno che ha non ha bisogno di fronzoli, di acrobazie sulle scale (musicali) o di barocchismi, come magari altri generi musicali …
Lui voleva solo far arrivare il suo grande Blues in ogni angolo del Pianeta, emozionando con le sue canzoni chi si imbatteva nel suo inconfondibile e graffiante shouting, tipico della migliore tradizione nera del Gospel da cui era venuto . E’ riuscito di certo in questa fenomenale e coinvolgente diffusione della sua Musica in ogni Continente .

La visione di due suoi concerti (ad Orvieto ed a Torino), la conservo ancora tra i ricordi più emozionanti della mia vita musicale. L’avere suonato poi con alcuni dei suoi storici musicisti, tra cui cito per tutti il suo grande e fedelissimo batterista, Tony Coleman (ospite in due edizioni del Blues & Wine Soul Festival), rimane per me sempre motivo di grandissima soddisfazione e di spirituale vicinanza al Re del Blues. Nel mio secondo CD del 2003, gli dedicai la mia versione della sua splendida “The thrilling is gone”, cantata dal caro amico Roy Roberts .

Il Re oggi ha lasciato questa Terra, ma ha lasciato anche un’immensa eredità che bisogna saper curare e tenere viva, prima che il tempo inesorabile porti via anch’essa …

Quest’eredità è il BLUES … ed è un’eredità sconfinata .
Posso dire solo che Joe Castellano ed il Blues & Wine Soul Festival, finchè ne avranno la forza, cercheranno di essere degni consegnatari di questa eredità e di trasmetterla alle nuove generazioni . Perché il Blues non ha tempo, perché il Blues non muore mai …

Con affetto per la figlia ed amica Shirley King, per tutta la Famiglia King e per tutto il Popolo del Blues .

Dr. Joe Castellano       

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