Mania di protagonismo o canzonette per avvicinare i fedeli (giovani) a Dio? Ai posteri l’ardua sentenza. Monsignor Antonio Staglianò della diocesi di Noto, si è esibito (è proprio il caso di dirlo, in un’omelia sui generis: si è messo a cantare i successi di Noemi e di Marco Mengoni guadagnandosi uno scrosciante applauso dei fedeli che gremivano la cattedrale. Tale show ovviamente non è passato inosservato: Tg nazionali e le radio ne hanno parlato per giorni. Le opinioni sono fra le più disparate, c’è chi ha apprezzato e chi ha criticato ferocemente il Monsignore. La Chiesa, è vero, deve usare un linguaggio semplice e vicino ai giovani, ma è altrettanto vero che deve mantenere una certa “condotta” etica e morale, insomma sono certo che la polemica riempirà per qualche altro giorno le nostre giornate.
Ma quello di Noto non è l’unico vescovo discusso, ha fatto notizia anche quello Marsale: durante la tradizionale rappresentazione vivente della Passione di Cristo gli attori che interpretavano la parte dei discepoli di Gesù, hanno iniziato a recitare il Padre Nostro, una variante fuori dal copione.
Fuori programma non gradito, tant è che sono stati allontanati dalla processione scatenando le polemiche dei fedeli e guadagnandosi le prime pagine dei quotidiani.
Insomma Vescovi a caccia di protagonismo? Quello di Noto almeno un futuro da cantante apprezzato dai fedeli ce l’ha, di seguito la sua interpretazione.