NATALE – E’ boom dei discount colpa della crisi o…
La notizia l’ha diffusa l’agenzia di stampa Adnkronos che riporta i risultati di un’indagine condotta da Unimpresa 7 famiglie su 10 nel 2014 hanno fatto la spesa almeno una volta nei discount, confermando la tendenza dello scorso anno. Per il Natale che si appresta ad arrivare la distribuzione “low cost” la farà da padrone. L’indagine attribuisce la colpa alla crisi, ma è davvero così? Gli italiani sono dunque a caccia del risparmio a tutti i costi? No, non sempre è così.
Negli ultimi anni la qualità dei discount è cresciuta parecchio, alcuni, ad esempio, propongono i prodotti di piccole aziende sconosciute al grande pubblico ma che offrono prodotti di qualità uguale, se non migliore, di quelle della cosiddetta grande distribuzione. Altri marchi sono prodotti dagli stessi “grandi marchi” super pubblicizzati. Insomma le aziende più rinomate pur di non perdere questa enorme fetta di mercato sono presenti con marchi diversi, ma con lo stesso prodotto. Abituatevi a leggere le etichette e a segnarvi gli stabilimenti che li producono.
La gdo (grande distribuzione organizzata) risponde con super offerte e con promozioni denominate “sotto costo” , tant’è che lo studio condotto da Unimpresa evidenzia che rispetto al passato – leggiamo – sono aumentati i “prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale. Gli acquisti low cost nei primi undici mesi del 2014 sono cresciuti del 63%. Lo studio conferma e mette in luce, dunque, una tendenza in atto da tempo, peraltro già rilevata negli ultimi tre anni dall’associazione.
Confermato il dato più rilevante, secondo cui l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria “incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li leggono sempre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi. E lo stanno facendo anche in questi giorni per gli acquisti in vista del cenone e del pranzo di Natale: è prevedibile un sensibile incremento.
Tutto ciò, però, ha inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza negativa del 65-70%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2013 i consumi sono scesi del 2,6%. Nel 2014 non si dovrebbe registrare la ripresa economica e anche le vendite al dettaglio risentiranno, complessivamente, del quadro congiunturale negativo. I dati del sondaggio Unimpresa indicano che i piccoli negozi sono sempre meno frequentati (-6,5%) e il trend è negativo anche per i supermercati (-2,1%); solo i discount segnano una tendenza positiva (+4,8%).
“Il bonus da 80 euro in versione una tantum non ha funzionato. Ora probabilmente sarà confermato per il 2015, ma si tratta di una scelta non condivisibile: avremmo preferito un intervento sull’Ipref strutturale perché altrimenti non è sicuro che ci siano benefici per la ripresa” dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Al governo di Matteo Renzi abbiamo riconosciuto, nei mesi iniziali, un approccio diverso rispetto al passato. Il consenso attorno a questo esecutivo è sembrato importante e forse ora sta per essere sprecato. Serve una cura da cavallo – aggiunge Longobardi – per far ripartire l’economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta; la legge di stabilità deve rappresentare una scossa per il Paese che sta morendo, è il momento peggiore della crisi”.