“Legalità, difesa e valore aggiunto per il vero agroalimentare italiano” è il titolo del convegno svoltosi a Torino venerdì scorso, 28 novembre.
Dalle nostre province, erano presenti il presidente e il direttore della Coldiretti interprovinciale, Paolo Dellarole e Marco Chiesa, oltre a una numerosa delegazione.
Dopo l’introduzione a cura del magistrato della Corte dei Conti Andrea Baldanza e vice presidente del Comitato Scientifico sull’Osservatorio per la Criminalità in Agricoltura e nell’Agroalimentare, il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo ha aperto la discussione, che ha visto impegnati l’ assessore regionale all’ agricoltura Giorgio Ferrero in rappresentanza del presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio per la Criminalità Agricoltura e Agroalimentare Giancarlo Caselli e il generale comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute – Nas, Cosimo Piccinno. Presente anche il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello. La regia dell’interessante convegno è stata curata dalla moderatrice, Maura Fassio, giornalista della Rai del Piemonte.
“Siamo di fronte a una drammatica escalation con i sequestri che hanno già raggiunto nel 2014 il valore di circa mezzo miliardo nell’agricoltura e nell’alimentare, diventate aree prioritarie di investimento della criminalità organizzata, che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana delle imprese e delle persone”. E’ quanto ha denunciato il presidente Roberto Moncalvo.
“La tendenza in atto – ha evidenziato Moncalvo – è destinata a far salire il volume d’affari complessivo della criminalità organizzata che, secondo il rapporto Agromafie Coldiretti/Eurispes, aveva raggiunto circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento record del 12 per cento rispetto a due anni fa, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese, perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. Per questo, le mafie hanno già imposto il proprio controllo sulla produzione e la distribuzione di generi alimentari del tutto eterogenei tra loro. Controllano in molti territori la distribuzione e talvolta anche la produzione del latte, della carne, della mozzarella, del caffé, dello zucchero, dell’acqua minerale, della farina, del pane clandestino, del burro e, soprattutto, della frutta e della verdura”.
Caselli e Baldanza hanno poi evidenziato nei loro articolati interventi che, quando si parla di contraffazione e falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy, non si possono non citare i costi a carico dell’Italia: 300.000 posti di lavoro. Il rapporto “Agromafie” dice che il fatturato del fraudolento Made in Italy, nel solo settore agroalimentare, ha oltrepassato i 60 miliardi di euro, quasi il doppio del fatturato delle esportazioni nazionali degli stessi prodotti originali.
A tale proposito, il Ministro Martina ha già predisposto l’ organizzazione a Milano, in vista dell’Expo, di un Forum internazionale di contrasto alla contraffazione e di studio dell’Italian sounding e dell’ancora più pericoloso Italian landering, un mix ben confezionato di pubblicità e prodotti ingannevoli, sofisticazioni, scadente qualità, possibile lavaggio di danaro sporco.
Come rispondere a questa situazione che, anziché fermarsi, è in costante aumento? L’audit della Commissione Europea sulle strutture nazionali di controllo promuove quelle italiane su Dop e Igp. Esistono 266 marchi registrati di cui, 161 Dop, 103 Igp e 2 Stg. Sono già stati effettuati 60 mila controlli ad opera di organismi di controllo come Icqrf, Nac, Corpo Forestale, Guardia Costiera, con oltre 32 milioni di euro di sequestri nei primi otto mesi dell’anno.
Nel prendere la parola l’Assessore Giorgio Ferrero ha voluto sostanziare l’apprezzamento della Giunta Regionale per l’iniziativa di Coldiretti. “Il Presidente Chiamparino mi ha pregato di annunciare questa nostra volontà di adesione alla Fondazione che sarà presto portata in Giunta, poiché riteniamo che una Regione che deve tutto alle Imprese che hanno creato eccellenze agroalimentari e che stanno generando un grande momento economico ed occupazionale, non possa non dare il proprio contributo a chi tenta di contrastare fenomeni speculativi alle spalle di produttori e consumatori”.
Conclude Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte: “Ci aspettiamo il concreto sostegno delle istituzioni pubbliche e private. Siamo pronti ad accogliere il contributo di tutti in questa battaglia di civiltà. La repressione delle frodi inizia a dare i suoi frutti anche in Europa, come ad esempio per l’olio falsamente etichettato Igp Toscano, sospeso dalla commercializzazione nei magazzini Harrod’s di Londra. Abbiamo voluto affrontare questo problema anche in Piemonte, terra dalle eccellenze produttive, dove spesso gli imprenditori corretti ed onesti subiscono una concorrenza sleale generata da fenomeni illegali che rischiano di creare danni irreversibili alla reputazione di tali eccellenze e, quindi, economici ed occupazionali per i nostri territori”.