Vi avevo già parlato in questo post delle cene di Natale organizzate dagli alberghieri, in particolare vi avevo parlato di quelle di Trivero e di Cavaglià e dei loro succulenti menu. Ieri sera, ovviamente non potevo mancare, sono stato nella succursale di Cavaglià. Che dire, per la scuola si trattava di una semplice esercitazione, un’esercitazione a cinque stelle, oserei dire. Il servizio era impeccabile, i ragazzi in divisia guidati dagli insegnati tecnico pratici, ci hanno accolti (eravamo circa 100 persone), abbiamo affidato a loro i nostri cappotti, ci hanno invitati nella saletta per l’Aperitivo di Benvenuto, fra un prosecco e un coktail abbiamo degustato tartine, cous cous ed altre prelibatezze. Ci siamo poi accomodati nella sala, siamo stati colpiti da come sono stati apparecchiati e decorati i tavoli: geniale l’idea degli specchi come sottopiatti, delicato e discreto il rosso natalizio sapientemente equibrato da alcuni alberelli verdi e dalle luminose candele. I portacandele poi sono stati ricavati nelle mele rosse, belli da vedere!
La prima portata, era deliziosa e presentata molto beve (vedi foto), si trattava di un biscotto salato di spinaci e peperoni con tomino fresco ai topinambour e salmone marinato.
La seconda portata è stata una vera e propria goduria per il palato: fagottini vegetali ripieni di bue piemontese in crema di taccole e scaglie di grana… ne avverto ancora il sapore avvolgente e delicato.
Poi sono arrivati i primi, straordinaria la sinfonia di carnaroli e riso venere con carciofi, zucca e toma biellese in fonduta. il retrogusto dolciastro e per certi versi “agrodolce” è indescrivibile, va assolutamente provato.
Poi ancora: ravioli di lenticchie e zampone con pomodoro fresco e olio profumato alla menta, buoni.
Per introdurre il secondo è stato servito un coulis di pere al garofano e zenzero.
Poi il secondo: Filetto di maialino alla birra Menabrea e timo serpillo Flan di patate e finocchi al gratin, che bontà, il filetto si scioglieva in bocca, il gusto era avvolgente e delicato, il timo dava equilibrio ai sapori e poi commovente il flan di patate, buoni anche i finocchi al gratin.
Il dessert… uno scrigno di cioccolato e frutto della passione e cialda con gelato al Baileys, buono, buonissimo.
Buona anche la scelta dei vini.
Che dire amici, spero solo di partecipare a tante altre cene degli alberghieri, ne gode il palato, si gustano pientanze da Re e si è serviti in maniera impeccabile. Una cena a cinque stelle che loro amano chiamare “esercitazione”. Bravi tutti!