Negli ambienti finanziari in GERMANIA, circola voce sempre più insistentemente di una probabile uscita dell’ITALIA dall’Eurozona. Voci avvalorate da un articolo del quotidiano tedesco, Die Welt, il quale dopo un’analisi approfondita sulla nostra disastrosa, cosi è definita, situazione economica e finanziaria, entra nei dettagli partendo dagli ultimi 6 anni. A cominciare dal 2007, la situazione economica è andata sempre a peggiorare, crollando definitivamente nel corso degli ultimi tre anni.
La situazione industriale è tornata agli stessi livelli degli anni 80, la disoccupazione giovanile è al 42%, il mercato immobiliare è ormai ridotto ai minimi termini,quasi al crollo, le tassazioni non consentono ai commercianti di tenere in vita la propria attività e spesso si trovano costretti a dover chiudere dopo anni e anni di sacrifici.
L’Italia è una nazione indebitata, con una rapporto PIL debito pubblico del 135% e nel corso di quest’anno potrebbe raggiugere il 140%. Con questa situazione disastrosa, secondo il quotidiano tedesco, l’Italia comunque vada, farà perdere la battaglia alla BCE, la quale nonostante gli sforzi non riuscirà a salvare l’ EUROZONA. L’Italia quindi “uscira’ dall’unione monetaria perche’ sara’ costretta a farlo“. I problemi derivanti dalla fuori-uscita, dell’ l’ITALIA, metteranno a rischio sia la democrazia che la politica stessa, potrebbero causare una frammentazione dello Stato, con creazioni di Regioni o macro-regioni.
Però, anzichè pensare di aiutare l’ITALIA per i danni che arrecherebbe alla stessa GERMANIA, la nostra fuori-uscita, non si sforzano minimamente a trovare soluzioni ALTERNATIVE per salvare e farci continuare ad esistere nell’EUROZONA, ideando proposte alternative per ridimensionare il nostro debito pubblico, ad esempio utilizzando parte del suo famoso avanzo commerciale, che tra l’altro anche noi abbiamo, con la nostra ottusità politica economica consentito. Comunque vada, se l’ITALIA DICHIARASSE DEFAULT le colpe non sono solo nostre ma ricadranno anche e sopratutto sulla GERMANIA, sulla sua politica individualistica, dei suoi asservimenti, con l’utilizzo molto personale. dei vari trattati dell’UNIONE EUROPEA.