Dopo il duro documento del Comitato d’agitazione Permanente delle Scuole Biellesi, la senatrice Favero (PD) presenta un’interrogazione alla ministra Giannini, che dovrà rispondere in Commissione Istruzione, di seguito il comunicato dell’ufficio stampa del partito.
“Anche a Biella è necessario attivare al più presto il Centro Provinciale di Istruzione per Adulti (CPIA), dotando di autonomia l’attuale Centro Territoriale permanente, al quale nell’anno scolastico appena concluso erano iscritti più di 600 adulti. Si tratta di un intervento fondamentale per proseguire le attività di alfabetizzazione, di insegnamento dell’italiano e di educazione degli adulti, di integrazione socio-culturale degli immigrati biellesi con attività mirate ai bisogni individuali e promuovere così l’integrazione delle persone immigrate e l’emancipazione delle donne. Alla ministro Giannini chiediamo di superare gli ostacoli burocratici per dotare anche il Piemonte orientale, che altrimenti rimarrebbe isolato, di un centro propulsore della cultura, della formazione scolastica e dell’integrazione multiculturale del territorio biellese”. Lo dice la senatrice del Pd Nicoletta Favero, che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare alla quale la ministro dell’Istruzione Stefania Giannini dovrà rispondere in Commissione al Senato.
“La Regione Piemonte – spiega Nicoletta Favero – avrebbe dovuto da 6 anni attivare 16 Centri provinciali per l’Educazione degli adulti (CPIA), rispettando i parametri previsti dalla circolare ministeriale 36/2014, tra i quali il superamento di 600 iscritti. Finalmente il 19 maggio scorso l’Ufficio scolastico regionale ha deliberato, nell’ambito del piano per l’offerta formativa 2014/15, l’attivazione di 10 dei 16 CPIA: 4 in Provincia di Torino, 2 a Cuneo e Alba, 2 ad Alessandria Casale e Novi, 1 ad Asti e 1 a Novara. Il Centro Territoriale Permanente di Biella non avrebbe dunque diritto all’autonomia, nonostante la consolidata esperienza nell’educazione degli adulti nella scuola primaria e secondaria, l’organizzazione di più di 34 corsi, i corsi per i migranti di 15 lingue diverse previsti dalla Bossi- Fini, l’insegnamento carcerario, la scolarizzazione al mattino delle donne velate mamme degli alunni che frequentano contemporaneamente le scuole in zona, per un totale di più di 600 iscritti, esclusi i corsi di istruzione di secondaria superiore. Il mancato riconoscimento dell’autonomia comporta un più elevato rapporto docenti/studenti, l’impossibilità di rilasciare certificati e riconoscimenti e la necessità che i frequentanti, che spesso lavorano, debbano spostarsi per gli adempimenti burocratici. La provincia di Biella è piccola, costituita prevalentemente di territorio montano e dunque isolata. L’assenza di un CPIA rischia nei fatti di disperdere le buone pratiche che hanno permesso di contenere il livello di tensione sociale ed è per questo – conclude Nicoletta Favero – che chiediamo un intervento del ministro dell’Istruzione”.
Roma, 1 luglio 2014