Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei docenti precari che hanno ricorso per essere ammessi ai PAS e che denunciano il ritardo della sentenza.
Ecco la lettera.
Gentilissimo, Scrivo in nome del copioso gruppo di docenti che attraverso il sindacato Conitp attende di conoscere la sentenza del Consiglio di Stato riguardo al ricorso contro l’esclusione dai Pas, i percorsi abilitanti speciali voluti dal Ministro Profumo per gli insegnanti che hanno svolto almeno tre annualità di servizio, ciascuna di 180 giorni. Tali percorsi abilitanti speciali nello scenario della formazione docenti italiana esistono dagli anni Settanta. C’è stato un momento in cui il Miur li proponeva spesso , ma con i seguenti requisiti: 360 giorni lavorativi. Questo requisito è stato richiesto anche ai colleghi che nel 2004 si sono abilitati con il percorso riservato. Con il Ministro Profumo qualcosa è cambiato: occorrono tre anni di servizio, di 180 giorni lavorativi, di cui un anno sulla classe di concorso per la quale ci si intende abilitare.
Lo scorso agosto, dopo mille discussioni e mille battaglie esce il bando! Bene, però non tutti sono in possesso dei 540 giorni distribuiti perfettamente in tre anni: 180, 180, 180. Cosi tanti docenti, di tutta l’Italia, si iscrivono all’uno o all’altro sindacato per fare ricorso, avendo sì 540 giorni, ma non i 180×3. Ad alcuni mancano addirittura pochissimi giorni per la terna esatta! Noi abbiamo scelto Conitp. Si procede con il ricorso, ma il Tar blocca tutto, fino a quando, la scorsa settimana, Conitp decide di ricorrere al Consiglio di Stato e di tentare ogni carta per non “perdere questo treno”! Arrabbiati, non molliamo! Non riteniamo giusto che per una manciata di giorni si perda la possibilità di abilitarsi! Fino al 2004 il Miur aveva stabilito come requisito di ammissione al percorso abilitativo speciale 360 giorni lavorativi! Inoltre, in tutto questo marasma, essendo venute a mancare le linee guida da parte del Miur, valide per le USR di tutta Italia, per inserire o no nelle liste di ammissione anche i ricorrenti, ogni ufficio scolastico regionale ha fatto a modo proprio: alcuni non hanno nemmeno citato i nomi e cognomi dei ricorrenti, altri, invece, come in Toscana o in Calabria, hanno permesso loro l’iscrizione presso l’ateneo dove avevano chiesto di partecipare. Cosa vuol dire ciò?
Tali ricorrenti hanno pagato la prima rata pur non avendo ancora ottenuto la sospensiva per l’iscrizione con riserva da parte dei giudici. E’ un caos… Alcuni stanno sì frequentando, ma fino a quando il Consiglio di Stato non avrà espresso il suo parere, che si spera sia positivo, restano in bilico. Infatti, frequentano senza nessun diritto o certezza, poiché anche le università aspettano la sentenza del Consiglio di Stato. Un problema all’italiana quello della giustizia lenta, che colpisce tutti gli ambiti, e vorremmo che si diffondesse a macchia di leopardo ciò che stiamo vivendo da quasi un anno… rischiando un crollo di nervi, che nessun tribunale italiano o europeo ci risarcirà mai! Grazie ricorrenti conitp con 540 giorni
Susanna Scotto Di Carlo