Il Messaggero Veneto – Scuole senza soldi i presidi costretti a chiedere aiuto alle famiglie
La situazione italiana somiglia sempre di più a quella della Grecia, ma le tivvù ci raccontano di un Italia in miglioramento grazie alle cure del governo Letta, sarà vero? A leggere cosa scrive il Messaggero Veneto proprio no, perl lo spred scende (merito nostro o perchè salgono i tassi in Germania?), l’economia riparte, ma aumenta la disoccupazione, insomma un Paese in salute (scherziamo ovviamente n.d.r). In questo contesto a farne le spese come al solito è la Scuola, si litiga per gli scatti d’anzianità ormai diventati la barzelletta d’Europa, si tagliano i fondi di istituto e i soldi per le supplenze. I dirigenti scolastici per garantire il servizio o quanto promesso nell’Offerta Formativa, sono costretti a rivolgersi alle famiglie alle quali si chiede un aiuto economico per finanziare la scuola pubblica. Siamo alla frutta?
Questo è l’articolo del Messaggero Veneto, vi invitiamo a leggerlo e a riflettere, magari a tivvù spenta.
UDINE. Lo Stato taglia i finanziamenti alle scuole e i presidi sono costretti a chiedere aiuto a mamme e papà attraverso il cosiddetto “contributo volontario delle famiglie”, in sostanza una sorta di tassa aggiuntiva chiesta al momento dell’iscrizione.
Un tempo abitudine esclusiva delle scuole superiori, dove serve a cofinanziare le attività di laboratorio e l’arricchimento del piano dell’offerta formativa, si è via via diffusa nelle scuole medie e ormai ricorrono ai genitori anche asili ed elementari. Ma mentre nei gradi inferiori sono chieste – nella maggior parte dei casi – poche decine di euro, è alla secondaria di secondo grado che il contributo oscilla fra i 100 e i 300 euro.
Ormai da qualche anno i contributi statali sono in calo, ma gli istituti sono costretti a fare i conti con le spese correnti: dalla carta per le fotocopiatrici, ai libretti personali, ai badge. Insomma, dove non arriva lo Stato devono arrivare mamme e papà. Ma si tratta pur sempre di un aiuto volontario: se i genitori non possono o non vogliono pagare quel “sovrappiù”, allora i dirigenti non possono fare altro che accettare la decisione. Anche se, va da sé, a pagarne le conseguenze è, inevitabilmente, lo studente. Da sottolineare, in questo caso, l’attenzione delle segreterie verso situazioni particolarmente disagiate che, se segnalate, sono esentate. La maggior parte dei consigli di istituto, gli organi collegiali dove siedono insegnanti, studenti e genitori, ha già deliberato le nuove soglie.
A mancare all’appello è soltanto l’Isis Stringher perché in quel caso il collegio è stato rinnovato da poco e la riunione si terrà entro il mese. Stando alle anticipazioni, è proprio il professionale – che pare vada verso la conferma delle soglie 2013/2014 – ad aggiudicarsi la palma di scuola più “cara” con un contributo che oscilla fra i 150 e i 300 euro secondo il corso frequentato dal ragazzo.
Infatti, all’Isis di viale monsignor Nogara si studia per diventare cuochi, ma ci sono anche i futuri tecnici del turismo e il corso commerciale. Secondo nell’ipotetica graduatoria è l’Isis Malignani con 145 euro. Segue un sostanziale pari merito. Tutti i fondi ricevuti confluiscono in un unico capitolo che è meticolosamente rendicontato. Al professionale Ceconi, dove l’obolo è di 100 euro, «pubblichiamo la distinta di ogni spesa sul sito della scuola – precisa il dirigente Giovanni Francois – secondo il principio chiesto dalla circolare ministeriale della contabilità analitica».
Così al classico Stellini, dove Giuseppe Santoro oltre che a essere dirigente è anche il web master del sito internet: «L’ho realizzato io – spiega – e ho pure ricevuto la certificazione dal Ministero per la trasparenza dei dati». In piazza Primo maggio il contributo è di 100 euro, più 10 euro rispetto all’anno precedente: «Sono stati i genitori in consiglio a proporre l’aumento per venire incontro ad alcune spese sostenute dalla scuola per il cablaggio, la rete wi-fi e l’acquisto di alcuni tablet», dice Santoro.
Caso singolare e quello del liceo artistico Sello. Qui la dirigente, Rossella Rizzatto, ha messo in piedi una fiorente collaborazione con il mondo privato per contenere le richieste alle famiglie assicurando, però, la presenza di tutti i materiali nei numerosi laboratori in cui i ragazzi lavorano.
«Per sopperire alle riduzioni dei finanziamenti e contemporaneamente allearsi al territorio – spiega Rizzatto –, lavoriamo attraverso integrazioni a monte, per esempio tramite il fundraising che è una scelta di gestione strategica al fine di sostenere la qualità e competitività della scuola e farla crescere. I frutti delle collaborazioni e dei premi supportano i finanziamenti statali e sono reinvestiti in acquisti di attrezzature, strumentazioni e materiale didattico in base alle esigenze dei dipartimenti, oltre che destinati in quota parte direttamente agli studenti».
Ecco allora che il Sello negli ultimi mesi ha lavorato con la Fisa di Osoppo, un’azienda produttrice di sedili per il treno. «L’obiettivo dell’alleanza è rinnovare esteticamente uno dei prodotti della ditta friulana, in particolare un sedile passeggeri», precisa Rizzatto. Ma anche con la ditta Diva gioielli di Udine, con l’hotel Ambassador, con l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) di Udine, con l’Associazione friulana Salgari, con l’Ente fieristico per MIttelmoda 2014 d con la mostra Linussio&Jeans.