Il neo segretario del PD Renzi ha dichiarato che qualora vincesse le elezioni ha già pronta la riforma del diritto del lavoro, applicherà quella del giurislavorista Ichino. Il rpofessore più volte è stato criticato dai sindacati e dalla stessa ala sinistra del PD che vede la sua riforma molto liberale. Ma Renzi ne ha fatto uno dei punti chiave della campagna elettorale: “Se vinciamo noi, abbiamo la riforma del diritto del lavoro già pronta”. Poi spiega di aver pronto nel programma il “codice Ichino” per la semplificazione del diritto in materia (il giuslavorista sostiene il sindaco di Firenze). Sulla produttività “la Cgil fa bene a fare quello che vuole e mai mi permetterò di giudicare una decisione del sindacato”, dice per smorzare i toni della polemica, un tempo molto aspri con Susanna Camusso (basti pensare alla querelle sulla richiesta del sindaco di lasciare i negozi aperti il 1° Maggio). Renzi aggiunge che “il rapporto con le sigle sindacali può essere di collaborazione, ma nessuno può scambiare la concertazione per diritto di veto. A un certo punto si decide o si va a casa tutti”. La riforma Ichino “è pronta e si fa, senza più tavoli, commissioni, lunghe mediazioni”, in caso di vittoria alle elezioni. Un no preciso, dunque, alla logica della concertazione. Un no che non piace, com’è noto, a una parte della sinistra.
Più liberale di così…