Il prestigioso premio “Guido Becich” va ad un giovane cattolicese
Fa davvero tanto piacere quando un giovane cattolicese riceve riconoscimenti importanti come il premio premio “Guido Becich”. E’ successo a Pietro Gambino, anzi è più corretto scrivere dottor Pietro Gambino. La sua tesi di laurea dal titolo “Trasformazione e gestione di un’azienda agro-zootecnica nel comprensorio dei monti sicani con un approccio estensivo-multifunzionale” ha vinto appunto la XI Edizione del premio “Guido Becich”. Da 11 anni la famiglia Becich, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali e il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università degli Studi di Udine, per ricordare il conte dott. Guido Becich istituisce un concorso per il conferimento di un premio di € 3.000 a un giovane che con la sua attività abbia portato un valido contributo, sul piano scientifico e applicativo ad argomenti attinenti il settore primario.
Lo scopo del lavoro di Pietro Gambino è quello di valutare, da un punto di vista “multifunzionale” e multidisciplinare, diverse prospettive di sviluppo di una azienda tradizionale siciliana, sita nel Comprensorio dei Monti Sicani.
Partendo da un’analisi territoriale e aziendale è stata valutata la sostenibilità di scelte gestionali quali: l’adozione del metodo biologico, la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti aziendali, lo sviluppo agrituristico.
Utilizzando il software SEMoLA (Simple, Easy to use, Modelling LAnguage), sviluppato dal DISA dell’Università di Udine, è stato realizzato un modello adatto a tale analisi, denominato GrasSyst, che ha consentito la simulazione e il confronto di diversi scenari aziendali.
Pietro si è lureato l’anno scorso il 02/10/2012 nella facoltà di medicina veterinaria dell’università di Udine nella Laurea Nutrizione e risorse animali, cl. LM-86 (laurea magistrale (ex DM 270/04). Pietro potrebbe dare un grandissimo contributo allo sviluppo del territorio cattolicese, è una risorsa importantissima. Chi scrive ha avuto l’occasione di conoscerlo questa estate e di confrontarsi con le sue idee innovative, peraltro condivise, che certamente se applicate porterebbero sviluppo in una delle aree vocate ma mal sfruttate come quella agrigentina.