Basta chemio inutili e dannose – L’apertura degli oncologi
Riportiamo qui sul nostro blog un interessantissimo articolo pubblicato dall’agenzia giornalistica ASCA che ha seguito il V Simposio Internazionale ”Primary Systemic Treatment of Operable Breast Cancer” di Cremona tenutosi presso Palazzo Trecchi. In sostanza è emerso che la scoperta di nuovi farmaci possono migliorare e allungare la qualità della vita delle donne con tumore al seno.
Qui di seguito l’articolo
(ASCA) – Cremona, 8 ott – Per evitare la chemio novita’ nelle strategie terapeutiche e due nuovi test per la lotta contro il cancro al seno arrivano dal V Simposio Internazionale ”Primary Systemic Treatment of Operable Breast Cancer” tenutosi a Cremona presso Palazzo Trecchi. Il congresso, organizzato da Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona, Unita’ di Patologia Mammaria Breast Cancer Center e dall’Universita’ degli Studi di Brescia vede, per la prima volta in Italia, la partecipazione di ASCO (American Society of Clinacal Oncology), la piu’ grande societa’ di oncologia al mondo, che interviene come partner dell’evento. Tra le evidenze emerse dal congresso, la messa a punto di nuovi metodi diagnostici nella cura del cancro al seno e l’introduzione di nuovi farmaci nella chemioterapia preoperatoria. Di fronte ad una platea di piu’ di 200 oncologi provenienti da tutto il mondo, gli esperti hanno presentato in anteprima mondiale due test rivoluzionari che consentono di prevedere con maggiore precisione l’evoluzione della malattia, permettendo di capire gia’ in fase di diagnosi o durante il trattamento la validita’ della cura senza attendere l’intervento, con l’obiettivo di fornire al paziente il piu’ efficace trattamento terapeutico. ”Attraverso questi nuovi test, commenta – Alberto Bottini, Responsabile Patologia Mammaria Breast Cancer Center – Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona – e’ possibile condurre un’analisi sulla mutazione di geni specifici e individuare in fase di diagnosi, con il test su piattaforma Sequenom, il trattamento piu’ indicato per il paziente oltreche’ valutare in corso di terapia, con il test RDA Index, se il paziente sta traendo un reale beneficio dalle cure somministrate”. Il carattere rivoluzionario di questi test consiste nel fatto che fino ad oggi l’efficacia del trattamento puo’ essere valutata esclusivamente ”ex-post”, ovvero dopo l’intervento. Ora invece sara’ possibile durante il trattamento o addirittura in fase di diagnosi chi trarra’ beneficio da una determinata cura, modificando o interrompendo la terapia in casi in cui non si stiano ottenendo miglioramenti significativi, ed evitando la tossicita’ derivante da cure inefficaci. ”Negli ultimi decenni il trattamento chirurgico di questa patologia e’ divenuto sempre piu’ conservativo favorendo interventi meno invasivi a operazioni mutilanti. ”In tal senso la chemioterapia preoperatoria o neoadiuvante – afferma Alfredo Berruti, Direttore Oncologia Medica Ospedali Azienda Ospedaliera Spedali Civil di Brescia. Universita’ degli Studi di Brescia – sta prendendo sempre piu’ piede, dal momento che presenta numerosi vantaggi rispetto al classico trattamento adiuvante/post operatorio”. Anticipare il trattamento chemioterapico permette di controllare meglio la risposta del paziente. La terapia preoperatoria consente di ridurre il volume della massa tumorale rendendo l’intervento piu’ efficace, meno demolitivo, e aumentando le possibilita’ di conservare la mammella. Infine riduce l’estensione di tumori inoperabili, permettendo interventi curativi. ”Si tratta – ha sottolineato Clifford A. Hudis, Presidente ASCO, American Society of Clinacal Oncology – di una scoperta importantissima nel campo della lotta al tumore del seno, che migliorera’ l’indice di sopravvivenza alla patologia, consentendo di definire terapie sempre piu’ personalizzate sul singolo paziente con indubbi benefici in termini economici e una significativa diminuzione della tossicita’ dei trattamenti e dei tempi di guarigione”. Per le donne di eta’ superiore ai 35 anni il tumore al seno e’ ancora la prima causa di morte: una patologia che nel mondo registra 1 milione di nuovi casi l’anno, 42 mila dei quali in Italia. Oggi nel nostro paese 1 donna su 13 e’ a rischio tumore: con il 41% dei casi diagnosticati nella fascia d’eta’ compresa tra 0-49 anni, il 35% tra i 50 e i 69 anni e il 21% oltri i 70 anni. Tuttavia la mortalita’ e’ in continua diminuzione. Un numero crescente di pazienti arriva alla guarigione e l’aspettativa di vita e’ in costante aumento: oltre l’85 dei malati sopravvive dopo i 5 anni dalla diagnosi, grazie alla diagnosi precoce e a terapie sempre piu’ mirate ed efficaci. red/mpd