Pessima pagina anche quella dei PAS! Ancora non si sa neanche quando saranno attivati e già impazzano le polemiche e le contestazioni, nonché l’ostruzionismo degli Atenei, i tentennamenti dei Dirigenti del MIUR, la fumosità nella quale sono avvolti, l’assoluta incertezza anche circa la spendibilità di un titolo che, non smetteremo mai di ripetere, porterà i docenti che (forse) li frequenteranno, a svolgere quello stesso lavoro che già svolgono da anni, a pieno titolo legittimante, essendo possessori dei titoli di accesso all’insegnamento (pensiamo al caso eclatante dei diplomati magistrali), in situazione di precarietà, esattamente come è stato finora.
Da almeno quattro anni, la categoria degli insegnanti di III fascia è stata una spina nel fianco, ignorata fin dall’inizio da istituzioni e sindacati, vittima della negazione della sua stessa fisionomia professionale, schiacciata da provvedimenti che l’hanno vista esclusa, vessata da tutte le parti, solo allo scopo di nascondere sotto il tappeto una parte di precariato storico, per proseguire con la demolizione del sistema scolastico con un problema in meno. E questo, ha portato il MIUR a diffondere dati falsi e fuorvianti che hanno “inquinato” irrimediabilmente il dibattito che Adida, in rappresentanza della categoria dei precari di III fascia aveva ormai imposto ad ogni livello istituzionale. Dati falsi e per giunta discordanti, persino alla vigilia delle iscrizioni on line ai PAS, per i quali, in previsione di alti numeri di iscritti, è stato previsto uno scaglionamento in due, forse tre anni, che, allo stato attuale, non sembrerebbe neanche necessario. Se verranno confermati i dati emersi e ancora non ufficializzati dal MIUR, infatti, gli aspiranti ai PAS dovrebbero essere all’incirca 40.000, numero gonfiato anche da quanti si sono iscritti “preventivamente” allo scopo di proporre un ricorso contro le restrizioni imposte dal decreto. Qualcuno si ricorda quante volte Adida ha gridato, inascoltata, allo scandalo del balletto di numeri che il MIUR ha fornito all’indomani del varo della bozza sulla formazione iniziale docenti? Oltre 208.000, leggeva l’On. Aprea in commissione cultura alla Camera, più di 130.000, fissava un protocollo del MIUR. A nulla è valso ricorrere al TAR, al Consiglio di Stato: ricorsi rigettati per motivi assai blandi, senza riuscire ad ottenere, fino ad oggi, un dato ufficiale, oggettivo, certo e corretto. Adesso, Adida, ha chiesto all’UE di valutare l’accaduto, con un ricorso alla Corte dei Diritti dell’uomo, per rivendicare il legittimo accesso agli atti che in Italia è stato negato. Inoltre, non dimentichiamo, che proprio quei numeri falsi e arbitrariamente desunti, pur in presenza di un sistema informatico che registra tutti i docenti italiani e che contiene tutte le informazioni a riguardo, hanno pesantemente condizionato ogni ricerca di soluzione adeguata alla fisionomia dei docenti di III fascia, al punto da consentire di “inventare” il criterio dei tre anni di servizio come accesso ad un corso professionalizzante, a fronte di una normativa europea che, invece, equipara l’esperienza derivante dall’esercizio di una professione a titolo formativo. Ecco lo stato dell’arte! Un’amministrazione statale che oltre a rinnegare il suo personale, ne mistifica la consistenza, per ragioni a tutt’oggi non comprensibili. Ma forse si comprendono bene: una categoria di docenti che, soltanto quando l’evidenza era troppa, poteva essere calpestata senza riserve, al fine di mascherare parte dei tagli del sistema scolastico nazionale, nel modo più indolore possibile.
Valeria Bruccola per Adida