TROPPE offese mascherate dall’anonimato della rete.
Enrico Mentana non ci sta e chiude il suo account Twitter. “Un saluto finale a tutti” è l’ultimo cinguettio del direttore del Tg La7 dopo una giornata iniziata con uno sfogo su Facebook e proseguita con un acceso botta e risposta sugli insulti del popolo del web a colpi di 140 caratteri.
“Resterei se ci fosse almeno un elementare principio d’uguaglianza: l’obbligo di usare la propria vera identità. Strage di ribaldi col nickname”, cinguetta il direttore dopo il tweet di fuoco: “Calmi, fra poco ce ne andremo così vi insulterete fra
vo i ”. L’epilogo di una bufera frullata nell’onda dei social dopo il dibattito seguito al film “Il D i vo” sulla figura di Andreotti in cui Giuliano Ferrara ha detto: “La mafia è l’essenza della Sicilia”. Parole a cui Mentana non ha replicato.
E apriti web. Una valanga di accuse a cui il giornalista ha risposto con un post su Facebook che è rimbalzato immediatamente su Twitter affollando la sua bacheca di provocazioni. “Io non impongo, l a s c i o”, ribatte Mentana alla chiosa di @Tommaso-Rasica: “È contro limitazione e censure. Poi imporrebbe l’obbligo della vera identità nel nick. La coerenza? ”. Mentre la rete si divide fra chi lo difende (“Enrico se te ne vai tu ce ne andiamo tutti!” “Non abbandonarci ” con tanto di hastag #freeMentana) e chi non si tiene le critiche (“#cinementana perché Mentana sta facendo cinema” o il più caustico “Ce ne faremo una ra g i o n e ”) il giornalista chiarisce la sua posizione rimettendo mano ai 140 caratteri: “Sono contrario alle limitazioni e alle censure per legge. Sono contrario ai “blocchi”, censure private. Twitter è così, o l’accetti o lasci”. Lui ha deciso di lasciare ma non riesce a staccarsi dalla polemica: dopo il primo annuncio ieri pomeriggio ha continuato a rispondere alle critiche ribadendo però il suo divorzio dal social network: “Se il bar che amate si riempie di ceffi, cambiate bar. O no?”, twitta alle 17. L’addio ufficiale arriva però solo poco prima del Tg delle 20 in cui non ha fa alcun cenno alla vicenda. Addio Twitter. Capitolo chiuso. O no?
Annalisa Ausilio (Il Fatto)