IMU, revisione necessaria per la sopravvivenza delle imprese agricole di Vercelli e Biella: “Chiediamo ai parlamentari attenzione sul problema”
VERCELLI/BIELLA, 14 maggio – “La congiuntura economica sta costando cara alle imprese agricole del territorio: il loro numero cala continuamente e, chi resiste, si trova a fare i conti con i continui aumenti dei costi di produzione, una difficile situazione di mercato ed una burocrazia che troppo spesso è sorda di fronte alla difficile realtà del momento.
Di fronte a tutto questo, applicare la prossima Imu senza nessun correttivo per le imprese agricole significherebbe, per molti imprenditori, una condanna senza ritorno”.
È un grido d’allarme quello del presidente della Coldiretti inteprovinciale di Vercelli-Biella Paolo Dellarole a proposito del pericolo che l’Imposta Municipale Unica torni a colpire in modo grave le imprese del territorio.
Occorre far presto: è positivo che dal governo Letta giungano segni di sensibilità alle istanze dell’agricoltura, in particolare attraverso il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo che ha assunto l’impegno a sospendere la prima rata IMU delle imprese agricole: “Ai parlamentari del territorio vercellese e biellese chiediamo – aggiunge Dellarole – sensibilità ed attenzione, per quanto accadrà da qui alle prossime settimane: l’agricoltura delle nostre due province continua ad essere strategica per lo sviluppo del nostro territorio”.
La sospensione della prima rata Imu per i beni strumentali all’attività produttiva come terreni e fabbricati rurali – come ha sottolineato il presidente nazionale di Coldiretti Sergio Marini – è importante per la ripresa dell’economia.
Cosi come resta necessario che lo Stato rispetti l’impegno sancito per legge a restituire i 45 milioni di extragettito pagati in più dagli agricoltori lo scorso anno.
Concetto ribadito dal direttore della Coldiretti interprovinciale Domenico Pautasso: “Se non si interverrà adeguatamente le imprese agricole saranno costrette ingiustamente a versare a giugno una rata ancora “gonfiata” pari a 346 milioni tra terreni e fabbricati strumentali. Una situazione inaccettabile alla quale ci auguriamo venga al più presto posto rimedio”.
Sulla questione Imu la posizione di Coldiretti è nota: già lo scorso dicembre, in occasione del pagamento della seconda rata, la federazione interprovinciale aveva esteso la propria preoccupazione “in ordine ad un balzello che colpisce tutti i fabbricati rurali, tra l’altro fino ad oggi esentati, e con essi i fabbricati ad uso strumentale senza distinzione alcuna e i terreni”.
In pratica gli agricoltori sono stati costretti a pagare l’Imu anche su stalle, fienili, magazzini per attrezzi, granai e cantine: un grosso problema, soprattutto se rapportato alla dimensionalità delle cascine della Bassa Vercellese che, per loro natura, sono molto estese (erano costruite ed attrezzate in modo da poter ospitare un gran numero di lavoranti per le operazioni di coltura, monda e raccolta del riso).
“Chiediamo meno burocrazia e meno tasse” conclude il presidente Dellarole. “Per questo non possiamo permetterci ulteriori ritardi nemmeno per l’Imu: in attesa di una revisione complessiva dell’imposta è almeno necessario che lo Stato rispetti l’impegno a restituire i 45 milioni di extra gettito non dovuti pagati in più dagli agricoltori italiani lo scorso anno”.