VERCELLI/BIELLA, 27 maggio – Non c’è pace per l’agricoltura di Vercelli e Biella che, dopo le piogge persistenti della scorsa settimana, si trova a fare i conti con un altro fenomeno purtroppo noto: si tratta delle invasioni dei cinghiali e degli animali selvatici, che anche lo scorso fine settimana hanno invaso campi e pascoli.
“Un periodo delicato, che coincide con le semine di mais, già ritardate dal maltempo” osservano il presidente e il direttore della Coldiretti interprovinciale Paolo Dellarole e Domenico Pautasso. “Gli imprenditori agricoli si trovano con i campi appena seminati e subito devastati dagli animali. In molti non sanno cosa fare, anche la risemina diventa un’incognita poiché si rischia di aggiungere ulteriori perdite ai danni già subiti”.
Il fenomeno dei danni provocati dalla fauna selvatica è avvertito nell’intero comprensorio interprovinciale e, oltre ai campi di mais, interessa i prati a fieno e il frumento.
Una grave complicazione, che assume i contorni della beffa, soprattutto per le aziende a duplice indirizzo cerealicolo e zootecnico che utilizzano il mais per l’alimentazione dei propri animali: alla perdita del raccolto si aggiunge infatti la necessità di acquistare esternamente (e a più caro prezzo) il mais o i mangimi per rifornire le stalle.
Nei giorni scorsi la problematica dei danni provocati dalla fauna selvatica è stata posta all’attenzione delle istituzioni, e in particolare in provincia di Biella ha registrato il positivo interessamento del Prefetto Missineo.
Proseguono il presidente e il direttore: “I risarcimenti? Sono dovuti ma spesso i tempi di attesa sono proibitivi. E in più, la politica del solo ristorno dei danni non risolve la questione, come invece chiedono i produttori agricoli, che rivendicano – e a ben ragione – il loro diritto a raccogliere il frutto del proprio lavoro. L’azione risarcitoria, per legge, spetta all’ente pubblico. Oltre a raccogliere le segnalazioni dei propri associati, Coldiretti sta sollecitando da tempo le istituzioni a trovare una soluzione efficace”.
Gli agricoltori vanno direttamente coinvolti per affrontare il problema: le stesse imprese agricole possono svolgere un ruolo attivo, che sia contemplato da azioni concordate di concerto con le istituzioni e gli enti pubblici.
Ciò che serve è una concreta sinergia per affrontare il problema: “Non dimentichiamo che l’agricoltura è l’unica attività che gestisce ed esercita una costante manutenzione del territorio, soprattutto prealpino e montano: territorio che, senza di essa, è destinato all’abbandono”.
I danni provocati dalla fauna selvatica ammontano in Piemonte a quasi tre milioni: “Somme che si potrebbero risparmiare a fronte di una seria azione di contrasto: e ciò è importante soprattutto in tempi di congiuntura economica. Va ricordato ancora che per ogni imprenditore agricolo è prioritario vedersi riconosciuto il diritto a raccogliere quanto seminato ed è in questo senso che si è mossa la sensibilità del Prefetto Missineo”.