VERCELLI/BIELLA, 10 maggio – È un “ primo passo avanti importante” quello del territorio biellese per il contrasto alla fauna selvatica. Il Prefetto Demetrio Missineo, durante l’ultimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza riunitosi ieri “ne ha sollecitato i componenti ad avviare le operazioni di contrasto riservando a ulteriore, eventuale riunione ogni altro provvedimento che si rendesse necessario per contrastare la presenza dei cinghiali ed arginare legalmente l’emergenza”. Alla riunione ha partecipato in rappresentanza della Coldiretti interprovinciale il vicepresidente Roberto Mercandino.
“Ora continuiamo così” commenta il presidente di Coldiretti Vercelli Biella Paolo Dellarole, definisce “di grande importanza” la presa di posizione del Comitato, “anzitutto perché riconosce la priorità della problematica, il peso che essa ha per l’agricoltura del territorio e, non da ultimo, il rischio per l’incolumità dei cittadini, in particolare degli automobilisti: ogni anno i cinghiali sono infatti causa di un’ottantina di incidenti stradali nel solo territorio biellese, alcuni con conseguenze serie”.
I danni nel Biellese superano annualmente i 150 mila euro, in tutto il Piemonte sono quasi tre milioni: “Somme che si potrebbero risparmiare a fronte di una seria azione di contrasto: e ciò è importante soprattutto in tempi di congiuntura. Voglio ricordare che per ogni imprenditore agricolo è prioritario vedersi riconosciuto il diritto a raccogliere quanto seminato ed è in questo senso che si è mossa la sensibilità del Prefetto Missineo”.
Il presidente Dellarole insieme al direttore della Coldiretti interprovinciale Domenico Pautasso attendono ancora, invece, la risposta della Regione alla lettera con cui sollecitavano il ristorno dei danni provocati dagli ungulati negli anni trascorsi oltre a un serio piano di prevenzione e contenimento: “Ci auguriamo che si segua la strada indicata dalla Provincia di Biella, soprattutto in termini di celerità e concretezza. La lettera in Regione è nata a seguito dell’inefficacia e l’insufficienza registrata dalle azioni di contrasto sinora intraprese. Gli imprenditori agricoli sono tuttora costretti a subire i continui e ripetuti danni della fauna selvatica: danni che si intensificano in un periodo delicato come quello delle semine di mais, con campi continuamente invasi e distrutti e conseguenze facilmente immaginabili”.
Le imprese agricole si sono sentite “più volte beffate da un sistema che ha dimostrato la propria impotenza nel tutelarle: innanzitutto per l’assenza di un efficace piano di prevenzione e, in secondo luogo, per i risarcimenti che, spesso, vengono erogati dopo anni di attesa”.
Per Dellarole e Pautasso “è ormai chiaro che non vi sono ormai più margini per tergiversare: una politica che sia davvero al servizio del cittadino e del territorio è chiamata ad assumere decisioni forti e responsabili per predisporre attuare un serio piano controllo della fauna selvatica. Le imprese agricole – lo ribadiamo – sono di fatto costrette a pagare di tasca propria, e con conti pesanti, il prezzo di una prolungata dimenticanza sul problema da parte dei molti preposti, per ruolo, a doverlo fare”.