L’Italia conquista la Russia con il caviale bresciano. L’Agroittica lombarda esporterà nel paese dove un tempo il caviale si trovava al supermercato: circa 5 tonnellate di pregiatissimo prodotto nei prossimi due anni, per un valore di dieci milioni di euro. E’ una vittoria storica, spiegano i vertici dell’azienda, che ricordano come l’Italia abbia una tradizione antica legata al caviale e agli storioni che un tempo si pescavano anche nel Po e nel Tevere. Intanto i russi, che devono fare i conti con un mar Caspio meno produttivo, si consoleranno con il vino di qualità che si sta producendo sul Mar Nero e che vogliono incrementare, come scrive Italia Oggi. E sempre in tema vino, non vanno bene le cose per i prodotti italiani in Cina. Secondo i dati, commentati sulle pagine del Giornale, la Cina nel 2020 è destinata a diventare il maggior consumatore planetario ma gli italiani hanno ancora poco mercato: solo il 6%. meno di Spagna e Nuova Zelanda, oltre alla Francia che occupa il 51% delle esportazioni. Ma l’export dei vini italiani potrebbe soffrire anche in Germania come ricorda Roberto Giardina su Italia Oggi. Con l’ingresso della Croazia nella Ue diventa più facile il passaggio del temuto prosek. Se infatti è stata vietata la registrazione di questo nome, non è stata vietata la produzione e vendita di questo vino, ricordano i produttori croati, che hanno già fatto sapere di voler continuare a inondare il mercato tedesco del loro prosek.
via Club di Papillon