Mentre in Francia “si cercano disperatamente 43.000 nuovi docenti” per sopperire alle esigenze del sistema educativo nazionale, in Italia nell’arco di pochi anni spariscono , secondo fonti CGIL, 28.032 posti nella primaria , 22.616 nella secondaria di primo grado e 31.464 nella secondaria di secondo grado.
Un dato impressionante che trova la sua origine nei tagli scriteriati operati nel comparto e negli effetti di un dimensionamento che ha visto letteralmente sparire oltre 2000 scuole.
Se a questo si aggiungono i mancati pensionamenti dovuti alla riforma Fornero, ben si comprendono i dati relativi ai docenti in esubero (pare oltre 8000) o in soprannumero, costretti a inoltrare domanda di trasferimento o a sperare in spezzoni di cattedra.
L’innalzamento dell’età pensionabile riduce , infatti, drasticamente i posti vacanti gia esigui per effetto dei tagli cosiddetti lineari che hanno messo la scuola in ginocchio nell’ultimo quinquennio e ha effetti immediati su quell’esercito di docenti precari in attesa di turn over per la immissione in ruolo e su quelli che contavano, anche per il prossimo anno scolastico, in una qualche supplenza temporanea.