Coldiretti Vercelli-Biella: confermato il calo delle superfici a riso, intanto il maltempo crea difficoltà per le semine 2013
VERCELLI/BIELLA, 11 aprile – Previsioni confermate: la “risaia-Italia” è destinata a calare dopo le semine della primavera 2013 e il trend non risparmierà il territorio delle province di Vercelli e Biella.
I dati diffusi dall’Ente Risi sui sondaggi di semina confermano quella che, già nelle previsioni, era più che un’ipotesi: Il ridimensionamento delle superfici a riso ci sarà e sarà incisivo, anche se a pagarne il più caro prezzo saranno le vicine province lombarde di Milano e Pavia, con una flessione marcata anche nei territori di Rovigo e di Ravenna.
Dalle prime analisi, ancora provvisorie, in quanto basate su un campione pur consistente (66%) dei “sondaggi di semina” ci si attende una flessione della superficie investita a riso in Italia dai 235.000 ettari del 2012 ai 219.000 delle prossime semine, che intanto procedono tra le mille difficoltà determinate dal maltempo e dal protrarsi delle piogge.
“Dal punto di vista varietale – interviene Lorenzo Rolando, responsabile Caa Coldiretti Vercelli-Biella – c’è un macro-dato da considerare, ovvero il calo del 25% per le varietà Lunghi A in Italia ed un aumento del 15% per i Lunghi B. Ma, come detto, il dato più significativo è il calo della superficie nazionale a risaia che, sulla base dei sondaggi resi noti, Ente Risi quantifica nel 7%, con un calo di 16.000 ettari rispetto alla campagna 2012: e secondo le nostre stime il calo potrebbe essere anche più marcato, e ridurre la “risaia Italia” a 215.000 ettari. Non ci resta che attendere i dati consuntivi”.
Tra le previsioni tratte dai sondaggi di Ente Risi, colpiscono le flessioni di ettarato tra il 2012 e il 2013 di risi come Carnaroli/Karnak, con un calo del 23,90%, del Baldo (Baldo, Bianca, Galileo) che cala del 25,24%, dell’Arborio (Arborio, Volano) che cala del 26,53%. Colpisce in particolare la stima di flessione del Sant’Andrea, con una superficie di semina quasi dimezzata (5.500 ettari nel 2013 contro i 10.796 del 2012: il calo è pari a -49,06%).
Dati ancora provvisori, ed è bene ricordarlo in quanto suscettibili rispetto ale variabili che, ancora, potrebbero incidere sulle scelte definitive.
In ogni caso, siamo di fronte alla conferma di un trend che già lo scorso anno aveva portato ad un calo rispetto alla precedente annata 2011: fra il 2011 e il 2012 le superfici a riso a livello nazionale sono diminuite del 4,66% passando da 246.540 ettari a 235 mila ettari Nel 2012 in Piemonte la superficie investita a riso è stata di 120.049,72 ettari, di cui 72.641,51 provincia di Vercelli che, da sola, detiene il primato produttivo nazionale.
Altri 3.985, 74 ettari sono stati coltivati a riso, lo scorso anno, in provincia di Biella, 34.515,08 in provincia di Novara e 8.592,86 in quella di Alessandria (seguono in quote minori Cuneo con 189,48 ha e Torino con 125,05 ha).
Paolo Dellarole e Domenico Pautasso, presidente e direttore di Coldiretti Vercelli-Biella ribadiscono un principio chiave: «Non è possibile pensare che gli agricoltori italiani vendano le loro produzioni agli stessi prezzi di quelle dei paesi del sud del mondo perché la qualità, i costi di coltivazione, le garanzie sanitarie e il contesto socio economico sono profondamente diversi».
COLDIRETTI