VERCELLI/BIELLA, 23 marzo – Linea dura contro le “invasioni di campo” di cinghiali e fauna selvatica. E risarcimenti immediati alle imprese che ancora li aspettano.
È quanto chiede la Coldiretti di Vercelli-Biella che, con una lettera al presidente della Regione Piemonte Cota e agli assessori competenti Sacchetto (Agricoltura) e Vignale (Parchi), chiede lo sblocco di una situazione ormai non più sostenibile.
La missiva, firmata dal presidente Paolo Dellarole e dal direttore Domenico Pautasso, è stata inviata anche alle Province di Vercelli e Biella, ai Parchi e agli Ambiti Territoriali Caccia.
“L’inefficacia e l’insufficienza delle azioni di contrasto alla fauna selvatica – sottolineano – ci hanno spinto a scrivere quest’ennesima lettera in nome e per conto degli imprenditori agricoli, tuttora costretti a subire i continui e ripetuti danni della fauna selvatica: danni che si intensificano in un periodo delicato come quello delle semine di mais, con campi continuamente invasi e distrutti e conseguenze facilmente immaginabili”.
Le imprese agricole si sono sentite “più volte beffate da un sistema che ha dimostrato la propria impotenza nel tutelarle: innanzitutto per l’assenza di un efficace piano di prevenzione e, in secondo luogo, per i risarcimenti che, spesso, vengono erogati dopo anni di attesa”.
Una situazione che, in ogni caso, avvilisce il diritto primario di ogni imprenditore agricolo a poter raccogliere quanto seminato.
“Le risposte che attendiamo – e con noi le imprese agricole del territorio di Vercelli e Biella – sono troppe e da troppo attese: è uno scenario disastroso (e scandaloso) che, nostro malgrado, ci obbliga a scrivere quest’ennesima e sicuramente ultima lettera, prima di avviare tutte le procedure necessarie, nelle sedi opportune, per tutelare le imprese”.
Per Dellarole e Pautasso “è ormai chiaro che non vi sono ormai più margini per tergiversare: una politica che sia davvero al servizio del cittadino e del territorio è chiamata ad assumere decisioni forti e responsabili per predisporre attuare un serio piano controllo della fauna selvatica. Le imprese agricole – lo ribadiamo – sono di fatto costrette a pagare di tasca propria, e con conti pesanti, il prezzo di una prolungata dimenticanza sul problema da parte dei molti preposti, per ruolo, a doverlo fare”.
E l’agricoltura non è la sola vittima di un fenomeno che, da problema per l’agricoltura, sta divenendo un vero e proprio problema di ordine pubblico: lo conferma il numero crescente di incidenti stradali provocati dagli animali selvatici, lo ribadiscono le invasioni che, spesso, raggiungono anche orti e giardini di case private.
“Se non si interverrà, quest’emegenza andrà ad acuirsi in modo sempre maggiore, e con essa il costo – economico e sociale – in carico alla collettività: il mondo agricolo e la Coldiretti si stanno interrogando sulle motivazioni di questo immobilismo politica dinanzi ad un problema di tale portata, e con loro anche l’opinione pubblica ha ormai chiara la gravità del tema.
L’agricoltura, oggi, è l’unica attività che gestisce ed esercita una costante manutenzione del territorio: territorio che, senza il presidio rurale, è destinato all’abbandono”.