VERCELLI/BIELLA, 7 marzo – Sono determinate, creative e impegnate nella costruzione di un futuro che coniuga innovazione e tradizione: si tratta delle oltre 1200 imprenditrici agricole che, nelle due province di Vercelli e Biella, indicano come sia “in costante e positiva crescita” il numero delle aziende guidate dalle donne in agricoltura.
Vere e proprie “capitane d’impresa” che, oltre all’impegno e alla convinzione, portano in dote idee nuove e originali che sono di stimolo alla crescita imprenditoriale: una “ruralità in rosa” dove le donne hanno da tempo abbandonato il ruolo di comprimarie (Il tempo delle mondariso? Archiviato da decenni…) per reggere con lungimiranza e capacità “il timone dell’impresa”.
I risultati si vedono anche sotto il profilo delle produzioni: è al femminile la “firma” del “risotto pronto con i fiori” prodotto a Larizzate, così come la valorizzazione dei “piccoli frutti valsesiani”, o dei numerosi agriturismi che, in montagna, tramandano “le ricette della nonna”.
E come non citare le fattorie didattiche (in maggioranza guidate da imprenditrici a Vercelli-Biella) in grado di avvicinare i più piccoli alla conoscenza dei ritmi della terra e della natura?
“A Vercelli e Biella le titolari di un’attività agricola sono ormai oltre 1200, e il futuro ci dice che sempre più ragazze desiderano fondare una propria impresa nel settore primario o continuare l’attività dei genitori e nonni” afferma il presidente della Coldiretti interprovinciale Paolo Dellarole.
Per il tramite del Sistema Servizi di Coldiretti e Impresa Verde, è stato avviato presso la federazione provinciale un percorso di accompagnamento e valorizzazione delle nuove imprese “giovani e in rosa”, con lo studio di servizi mirati e realizzazione di business-plan.
“Nelle nostre imprenditrici agricole – il direttore della federazione interprovinciale Domenico Pautasso – vediamo determinazione, voglia di fare bene, sensibilità nel dare all’agricoltura anche un “valore sociale”, grazie all’implementazione della propria attività di base con servizi innovativi come gli agriasili, le fattorie didattiche o la creazione di percorsi e prodotti innovativi”.
Intanto, la congiuntura non ferma la tradizione dell’omaggio di mimose in vista della Festa della Donna, che ricorre domani (8 marzo). In tutta Italia sono circa 15 milioni i ramoscelli di mimose pronti per essere donati, e ciò nonostante la crisi e il maltempo che ha tagliato del 20 per cento la produzione Made in Italy. Il prezzo pagato al produttore quest’anno varia dai 6 agli 8 euro al chilo ed è in leggero aumento rispetto allo scorso anno a causa del crollo della produzione mentre al dettaglio i prezzi variano dai 3 ai 12 euro a ramoscello a seconda della ricchezza del fiore e della confezione.