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Lo scandalo della carne di cavallo travolge le nostre tavole

Il caso carne di cavallo – dopo il ritiro in Italia di tortellini e ravioli a marchio Buitoni – continua a tener banco sui quotidiani. Oggi La Stampa prova a ricostruire la vicenda di quanto successo con il primo caso (quello delle lasagne Findus) per mettere in luce come alla base ci fosse un problema di tracciabilità. Tutto inizia a Metz in Francia quando Comigel chiede alla controllata lussemburghese Tavola di produrre lasagne surgelate. Questa a sua volta ordina la carne alla Sponghero nel sud della Francia. La Sponghero effettua l’ordine al distributore cipriota che a sua volta lo subappalta a un’azienda olandese. Quest’ultima ordina la carne a un macello rumeno che la manda nel sud della Francia dove diventerà ingrediente delle lasagne che saranno poi riscontrate come irregolari in Inghilterra. Carlo Petrini sulla Stampa interviene duramente sulla vicenda accusando “le lobby europee che bloccano la tracciabilità”, mentre sulle stesse pagine lo zoologo Maurizio Casiraghi spiega come i test del Dna, su tutti gli alimenti, sarebbero efficaci come un codice a barre per individuare eventuali frodi.

via Club di Papillon

Liborio Butera:
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