L’Arena di Giletti attacca gli statali, gli scrive una dipendente
L’ennesimo attacco mediatico ai dipendendi pubblici avvenuto ieri all’Arena, in onda su Rai Uno, ha indignato e non poco i lavoratori del comparto. Ormai sono anni che si assiste al giochetto del “prima ti etichetto fannullone per preparare l’opinione pubblica e poi taglio i servizi pubblici (tanto taglio i fannulloni…)” peraltro sempre più carenti di personale e sempre meno attrezzati proprio a causa dei tagli.
Gli italiani, sempre più teleimboniti, purtroppo continuano a non capire che tagliando i posti letto in ospedale o la scuola a rimetterci per primi sono loro e i loro figli, ma la tivvù evidentemente è più forte della stessa ragione.
Dopo l’attacco di ieri, Paola Revelant, assistente amministrativa in servizio a Biella, ha pensato bene di scrivere una lettera al conduttore Massimo Giletti, lettera, per quanto ci riguarda, condivisibile solo in parte. Non siamo d’accordo con l’autrice quando cita il sindacato proprio perchè non crediamo difenda solo i fannulloni come invece viene evidenziato.
Carissimo Signor Massimo Giletti, sono una dipendente pubblica mi chiamo Paola Revelant e lavoro a Biella presso l’Istituto Geometri.
Avrei voluto intervenire in diretta so che non è possibile ma tengo a precisare che le persone che lavorano nella pubblica amministrazione vorrebbero che i dipendenti che timbrano e se ne vanno, siano licenziati per fare posto a persone che hanno voglia di lavorare e che ne hanno bisogno. A scuola noi abbiamo il DSGA che controlla e sa perfettamente i nostri orari anche perchè vengono stabiliti dall’inizio dell’anno.
Il Preside chiama e noi ci siamo anche perchè il lavoro delle segreterie è enorme (gestione alunni, personale docente e ata) e anche volendo non potremmo uscire a farci i nostri affari. Se capita timbriamo l’uscita e l’entrata e sempre con il permesso del Preside o del DSGA.
Il sindacato in generale difende i fannulloni e le graduatorie sono vergognose e non fatte sulla base di un esame di quello che la persona sa fare, non è così che si risolve il problema del pubblico impiego, dobbiamo avere il coraggio di far andare a casa chi non lavora e dare merito alle persone oneste e, mi creda, che ce ne sono tante.
La ringrazio per l’attenzione e spero che il mio messaggio sia recepito e letto da Lei.
Mi piacerebbe intervenire ma so che siamo tanti, nell’evenienza il mio numero è XXXXXXXXXXXXX