Siamo vicino alla scadenza per iscriversi al “concorsone” che, secondo il bando, dovrebbe immettere in ruolo circa 12.000 insegnanti. Non ritorniamo sulle ormai note posizione che Adida ha argomentato a riguardo ma ribadiamo che l’associazione ha un atteggiamento fortemente critico su questa procedura di reclutamento che non tiene minimamente conto che lo status di precario comporta una serie di diritti e di doveri che, in base a norme europee e nazionali, il datore di lavoro ha nei confronti dei suoi dipendenti. Come abbiamo detto in altre sedi, il bando contiene non pochi motivi di ricorso, basti pensare che il MIUR ha preso l’incomprensibile decisione di esclude dal bando una serie di classi di concorso e di titoli che pur danno accesso alla professione di docente nelle scuole del Paese.
Non commentiamo, poi, le recenti dichiarazioni del Ministro che, relativamente al concorso, sostiene che chi non lo supera non potrà più insegnare, dimenticando che egli stesso ha affermato in più occasioni che le graduatorie attuali non perderanno la loro validità e che almeno la metà delle assunzioni saranno fatte a partire dalle graduatorie esistenti.
Diciamo che, stando alle dichiarazioni contraddittorie ed alle ipotesi di nuovi tagli, in parte smentiti, il “senso” di questo concorso rimane ai nostri occhi oscuro ma il danno che ne ricavano migliaia di insegnanti di ogni categoria è enorme, se solo si pensa che sarà affidata ai test la prima scrematura, procedura che sappiamo non è di comprovata attendibilità ed efficacia.
L’associazione Adida, come già anticipato, ha intenzione di proporre un ricorso contro il concorso e nell’invitare chiunque sia interessato a partecipare a questa importante iniziativa legale a prendere visione della nota informativa, ricorda che ricorsi specifici saranno avviati anche nelle province autonome di Aosta, Trento e Bolzano dove sono stati banditi concorsi analoghi al Concorsone nazionale.