Se l’atto di generosità del ministro Profumo si traduce in un altro licenziamento di massa allora c’è di che preoccuparsi. Ricordiamo che già la legge 133, a firma del ministro Tremonti, causò il licenziamento di circa 150 mila precari. Il provvedimento passò sotto il silenzio assoluto dei media e anche di quei programmi catalogati di opposizione (Annozero, ad esempio, alla scuola dedicò soli 120 secondi in 2 anni n.d.r).
Ma i guai non sono finiti con la 133. La nuova legge di stabilità, infatti, prevederebbe (il condizionale è d’obbligo) l’innalzamento delle ore di lavoro da 18 a 24 settimanali, in cambio di più ferie questo però determinerebbe un nuovo licenziamento di massa quantificato in circa 25mila precari, oggi utilizzati per coprire le sostituzioni con contratti di supplenza.
I tagli riguarderebbero anche i docenti di sostegno, per i quali non sarebbe prevista nessuna immissione in ruolo, rischierebbero il decurtamento anche i comandi e i distacchi nel mirino dei tagli anche i compensi per i commissari dei prossimi concorsi. Un’altro pesante attacco alla scuola, in linea con quello della Grecia, fatto passare come sacrificio necessario per il dio “Spread”.
Spesso in passato abbiamo scritto, ma anche detto in assemblee, che le linee politiche adottate dai governi avrebbero portato alla distruzione dell’Istruzione e alla precarizzazione dei lavoratori sia che essi fossero precari sia che fossero di ruolo. Oggi ne stiamo avendo conferma, ci chiediamo però se riuscirà mai la scuola a respingere questo nuovo e non definitivo attacco?