Non solo le retribuzioni più basse d’Europa, ma anche un numero di ore settimanali di insegnamento tra i più alti d’Europa. I docenti italiani sono in classe 22 ore a settimana nella scuola primaria contro una media dell’Ue di 19,6 ore e 18 ore alle superiori contro le 16,3 dei colleghi europei. Mentre alle superiori l’orario di lezione è in linea con la media europea: 18 ore. É quanto ricorda una ricerca della Uil Scuola, mettendo a confronto i dati Eurydice 2011 (www.uil.it/uilscuola/). Confutando, così, la tesi che sorregge la legge di stabilità che vuole incrementare di 6 ore settimanali l’orario di insegnamento alla secondaria, portandolo a 24 ore: allinearsi con l’Europa. Gli insegnati italiani, infatti, sono in cattedra per più ore dei colleghi francesi, austriaci, finlandesi e come idocenti tedeschi e belgi. Uno spread di 4 ore alle superiori divide la Francia dall’Italia. Mentre si impenna con la pluripremiata scuola finlandese: 4 ore alla primaria (18 ore), 2 ore alle medie (16 ore) e 3 alle superiori (15 ore). Quanto la Grecia. E con la Germania sul monte ore di insegnamento è patta: spread azzerato alla secondaria di primo e secondo grado (18 ore) e vantaggio italiano di 2 ore alla primaria (20 ore). La situazione si ribalta con la Spagna, dove gli insegnati lavorano 25 ore alle elementari e 19 alle secondarie. Ma i veri stakanovisti sono i maestri maltesi con 26 ore settimanali in classe e i professori portoghesi e irlandesi che, alle medie e alle superiori, raggiungono le 22 ore. I più fannulloni, gli insegnanti dell’Est: 12 ore alle elementari bulgare, che salgono a 14 alle superiori. Come in Polonia, che alle medie ha il record della settimana più corta d’Europa di sole 14 ore. Seguono Estonia, Repubblica Ceca e Slovenia. Restano fuori dal novero dell’orario di cattedra:le ore di programmazione e preparazione delle lezioni e di correzione dei compiti.
Emanuela Micucci – ItaliaOggi