Chiediamo al Ministro Profumo di distogliere il suo sguardo dalla scuola, se quando si rivolge ai docenti italiani non fa che offendere la loro professionalità, in linea con la “tradizione” degli ultimi anni. L’occasione adesso è l’orario di lavoro che, secondo l’analisi grossolana del “nostro” Ministro, andrebbe rivisto al rialzo e portato fino ad un terzo in più dell’attuale, grossolana e miope a dir poco e che lo stesso Ministro e il suo Dicastero potrebbero facilmente smentire se solo sapessero “come” si svolge una normale attività di insegnamento, “cosa” presuppone e comporta.
Eppure “docente”, sebbene all’università, il “nostro” Ministro lo è, anche se con un riconoscimento economico sicuramente più gratificante di quello di un docente di scuola. Ha sicuramente idea di cosa significhi ricercare, aggiornarsi, programmare, valutare. Forse avrà meno idea della collegialità che la scuola comporta, formale ed informale, ore e ore di lavoro, senza le quali la scuola, con lo sfascio generale che la pervade, non potrebbe neanche andare avanti. Che si faccia un giro “a sorpresa” nelle scuole italiane, il “nostro” Ministro, senza dare il tempo agli insegnanti di organizzare il set per accoglierlo, mascherando, solo per il pudore, per l’orgoglio e per l’abnegazione che contraddistinguono il docente italiano, le disfunzioni insanabili di un sistema al collasso. Che si faccia docente per un giorno, faccia cinque o sei ore di lezione, consigli di classe, accoglienza famiglie, corregga pacchi di compiti… Faccia poi il conto delle ore di lavoro settimanali, prima di parlare! E non si dimentichi, nel frattempo, che l’orario di lavoro è materia di contrattazione sindacale, che non può essere cambiata “per decreto”, dal momento che ancora, formalmente, i meccanismi democratici di tutela del lavoratore sono in vigore anche in Italia, anche se c’è chi la Costituzione vuole cambiarla e chi la calpesta.
Chiediamo al Ministro di distogliere il suo sguardo dalla scuola, di evitare di vessarla quotidianamente.
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