Cari amici, cari colleghi,
il Ministro Profumo alcuni mesi fa in un suo intervento ha ribadito la convinzione che “l’istruzione tecnica e professionale deve essere alla base di un sano processo di rilancio dell’occupazione dei giovani che passa attraverso il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020 sull’abbandono scolastico sotto il 10%” “ , affermando, tra
l’altro che «l’Italia sconta un ritardo storico nella formazione tecnico-professionale rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, sia dal punto di vista dell’eccessivo numero di studenti che seguono il percorso liceale sia in termini di sistema di relazione tra scuola e realtà socio-economica».
L’istruzione tecnica, pur essendo stata istituita per rispondere alle esigenze delle realtà produttive del nostro Paese e pur innovatasi nei curricoli, è stata sempre “confinata in secondo piano” al punto che le iscrizioni, in questi ultimi anni, se da un verso hanno fatto registrare un leggerissimo aumento verso gli istituti tecnici dall’altro registrano un considerevole calo verso gli istituti professionali nonostante emerga, da uno studio di Almadiploma – Almalaurea gli iscritti ai tecnici e professionali abbiano il doppio delle possibilità di trovare lavoro rispetto ai loro colleghi liceali.
Invece assistiamo ad un progressivo impoverimento dell’Istruzione Tecnica e Professionale caratterizzata da ore di laboratorio insufficienti a caratterizzarne l’azione formativa, classi di concorso accorpate che determinano confusione e caos in un sistema gia caratterizzato da pesante confusione normativa; istituti di grande tradizione , come gli ex nautici, che vedono svilita la loro tipicità; insegnanti tecnico pratici che da sempre hanno costituito l’asse portante dell’Istruzione
Tecnica e che ora rischiano esuberi e inqualificabili declassamenti; assistenti tecnici e personale ATA ridotti al lumicino costretti a ricollocarsi anno per anno.
fin dal 2011 sottolineammo che altro era razionalizzare il sistema , e altro invece era, come è stato, attuare tagli scriteriati fatti senza alcuna visione strategica” che anziché colpire gli sprechi, hanno portato conseguenze disastrose “mettendo, tra l’altro, a rischio la competitività del sistema Italia
· In soli 2 anni gli istituti alberghieri hanno perso ben il 50 % del monte ore destinato alle attività laboratoriali nonostante il settore del turismo in Italia sia tra i primi posti per fatturato e capacità occupazionale.
· Le discipline professionalizzanti di meccanica , informatica industriale, elettronica ed elettrotecnica , nonostante le migliaia di richieste che pervengono dal mondo del lavoro di personale specializzato, sono state decurtate fino al 60 percento con conseguente riduzione delle capacità tecniche professionali degli allievi.
· Pesantemente colpiti gli istituti per la produzione tessile, gli istituti agrari, gli ex istituti per l’industria e l’artigianato, per non parlare degli ex istituti nautici ora “Trasporti e Logistica” risultano deprivati del loro glorioso passato, nonostante in Europa ci sia una richiesta di 15.000 comandanti di navi e di altrettanti ufficiali
Secondo un recente Rapporto Isfol 2012 “ i tagli realizzati nel comparto strategico dell’istruzione rappresentano un pericolo enorme per lo sviluppo del Paese. L’Italia rischia un calo dello standard di competitivita’ perche’ non investe in maniera adeguata sul capitale umano, mettendo sotto gamba lo sviluppo di impieghi ad alta specializzazione. In particolare, in Italia risulta in crescita l’occupazione nelle professioni elementari, mentre i lavori a elevata specializzazione si sono contratti
dell’1,8% negli ultimi 5 anni, contro un aumento medio in Europa del 2% (con la Germania al 4,3%, il Regno Unito al 4%, la Francia al 2,8%).”
Sempre secondo il dato ISFOL “la crisi economica avrebbe aggravato, secondo il Rapporto Isfol 2012, una problematica gia’ fortemente presente nel nostro Paese: l’incapacita’, per una serie di nodi strutturali, di investire nello sviluppo delle competenze. “
Se si vuole veramente “ridare dignità alla formazione tecnico professionale” riconsiderandola come un “asset strategico per il nostro Paese” occorre, con un atto di coraggio e ripensare ad alcune scelte apportando dei correttivi significativi ad una Riforma dell’Istruzione Tecnica e professionale che presenta ancora vuoti incomprensibili e criticità che invece di valorizzarla la appiattiscono Senza questo atto di coraggio le affermazioni di principio, pure condivisibili in ogni loro parte,
rischiano di restare tali , e quella “competitività” con gli altri paesi europei- cui Profumo ha fatto riferimento nel suo intervento- è destinata a diventare un gap incolmabile.
Occorre quindi:
· adottare tutte quelle politiche atte a ridare dignità all’istruzione intervenendo sui quadri orari dei tecnici e dei professionali valorizzando quelle classi di concorso che per la loro specificità risultano essere fortemente legate al sistema produttivo e alle richieste del mercato
· valorizzare le attività laboratoriali , gli insegnanti tecnico pratici, le discipline professionalizzanti, l’esperienza di alternanza scuola lavoro e il sistema di istruzione e formazione professionale che, allo stato, presenta criticità e disallineamenti a seconda delle Regioni in cui viene attivato
· investire nella scuola attraverso un seria ed articolata programmazione degli interventi al fine di elevare la competitività del nostro paese Futuro e Libertà ha, da tempo, iniziata una battaglia parlamentare per ridare voce a chi voce non ha, in questi anni, avuto, iniziando dagli insegnanti tecnico pratici e dai precari della scuola, presentando in poco piu’ di 4 mesi tantissime interrogazioni parlamentari, risoluzioni, emendamenti e se è stato consentito ai precari di terza fascia non abilitati di poter partecipare ad un TFA speciale abilitante questo lo si deve anche e soprattutto all’azione costante del Dipartimento Nazionale Scuola e Università di Fli di cui mi onoro di essere il vice coordinatore nazionale con delega alla Scuola.
Per questi motivi, se condividi anche tu la necessità di far sentire la tua voce, ti invito alla MANIFESTAZIONE che si terrà lunedì 7 luglio 2012 ore 10 presso la Sala Nugnes del Palazzo del Consiglio comunale a Napoli, Via Verdi 35 dove interverranno, oltre al sottoscritto gli on. GRANATA, MURO, DI BIAGIO, BARBARO.
Giorgio Mottola Vice Coordinatore Nazionale Dipartimento Scuola e Università di FLI con delega alla scuola