vi scrivo perché ci troviamo di fronte ad una svolta pericolosa, portata pervicacemente avanti dal sen. Micheloni, che sta cercando di metterci gli uni contro gli altri con le sue proposte di revisione al DDL 3331, nascondendosi dietro la necessità della spending review.
In particolare laddove propone che “A decorrere dal 1 agosto 2013, gli insegnanti di ruolo che svolgono corsi di lingua e cultura all’estero sono richiamati in Italia.”
1. Il risparmio si vanifica nel momento in cui le somme così ”risparmiate” vengono devolute (ed uso intenzionalmente questo termine, in quanto poco si sa della gestione stessa di tali somme) ad enti privati quali sono i vari COMITES sparsi in Europa.
2. Non si considera il rientro in tasse e contributi che gli insegnanti MAE pagano alle casse italiane, mentre i dipendenti degli enti gestori pagano il tutto alle casse del paese in cui operano.
3. Né si considerano i parametri che formano gli stipendi all’estero, di molto superiori a quelli italiani, a meno che non si voglia assumere “in nero” e solo così, quindi, risparmiare.
4. Tanto meno si prende in considerazione la NECESSITA’ di un confronto costante e continuo tra insegnanti che arrivano dall’Italia e quelli assunti dagli enti gestori. Parlo di necessità perché la trasmissione linguistica e culturale può verificarsi solo attraverso persone immerse nella lingua e cultura di un paese, che certamente non sono gli italiani di seconda generazione che vanno a ricoprire il ruolo di insegnante negli enti privati.
5. Inoltre spesso molti, od alcuni non ha importanza, di questi insegnanti locali non ha un titolo specifico all’insegnamento della cultura e della lingua italiana.
6. Si perderebbero inoltre i posti inseriti nelle scuole locali, in quanto non viene quasi mai accettato altro personale se non quello MAE.
Vi chiedo pertanto di fare tutto ciò che è in vostro potere in difesa dell’insegnamento MAE e del valore della scuola pubblica. Di non prestarvi/ci ai giochi dei “potenti” che sguazzano e incrementano il loro potere nel mettere le persone le une contro le altre, per garantirsi, forse, dei privilegi a cui è ora di dire basta.
Cordiali saluti
Ornella Lai