La rivincita del panino (globale)
Dopo anni di attacchi da parte di gourmet e dietologi, il panino è di nuovo sulla breccia. Decisamente migliorato nella qualità e proposto in versioni differenti, sembra aver riacquistato il terreno perduto. Lo scrive Camilla Baresani su Sette ricordando l’apertura di nuove paninerie d’autore e il mutamento dello stesso McDonald’s che ha dovuto ampliare e migliorare la sua offerta per stare al passo con i tempi. E’ la conferma di quanto dichiarato pochi giorni fa dalla multinazionale: mai più panini standardizzati. Eppure il Big Mac è stato per decenni (dal 1986) indice di misurazione dei prezzi e dell’inflazione a livello mondiale. Ma oggi, accanto a questo, si è scelto il sandwich per misurare le città più care. Infatti, questa preparazione, presente in ogni hotel, è l’indicatore utilizzato dal sito Hotels.com per stilare la classifica delle mete più care. Al primo posto Parigi (dove il panino imbottito nei 3/5 stelle costa in media 25,13 euro), Tokio (21); al quinto posto Roma con 18,39 e a chiudere New Dehli con 7,27 euro. E in tema di catene e nuove tendenze My Chef ha annunciato l’apertura, insieme a Carrefour, di 50 mini supermercati all’interno delle aree di sosta autostradale. Il primo è stato inaugurato a Bologna e sarà seguito da altri 50 punti vendita nel 2013. L’idea è quella di puntare sui cosiddetti punti vendita di prossimità, ovvero supermercati raccolti ma forniti e sempre aperti. Gli ipermercati – spiegano dal Carrefour – non funzionerebbero più per la troppa offerta (? che analisi strana. ndr). E torna d’attualità il modello della bottega di quartiere.
via Club di Papillon