Stringenti, ai limiti della censura attaccano i critici, le norme volute dal ministro degli Interni, la conservatrice Theresa May. Innanzitutto, il periodo in cui i dettagli degli utenti della rete dovranno essere conservati passa da 12 mesi a vari anni.
Potrà, anzi dovrà essere registrata la navigazione attraverso internet, social network, email, chiamate telefoniche e perfino attività di gioco online. Una svolta, poiché il precedente governo laburista dovette abbandonare tra le polemiche i piani di un enorme database nazionale con i dati privati degli utenti. Il provvedimento, spiega il ministro May, ha l’in – tento difendere la sicurezza nazionale e intensificare lotta al terrorismo. Sul Times il capo di Scotland Yard Bernard Hogan- Howe ha difeso il provvedimento, definendolo l’unica via per ottenere una “guerra totale contro il crimine”.
Eppure, contro quella che ironicamente è stata definito dagli attivisti per le libertà civili il “manifesto internet degli spioni”, uno schieramento variegato. Spicca la voce dell’ex ministro ombra degli Interni, il conservatore libertario David Davis, che l’ha bollata come legge “costosa (oltre 2 miliardi di sterline ndr), non necessaria, una massiccia invasione nella privacy di ciascuno”, e peggio ancora ancora “incre – dibilmente intrusiva, buona solo a prendere persone innocenti e incompetenti”.
È invece merito degli attivisti di “38 degre e s ”(www.38degrees.org.uk) aver lanciato una petizione online, a cui hanno già aderito oltre 160.000 persone. Tutt’al – tro che ambiguo il loro slogan: “Le nostre libertà civili hanno subito un arresto negli ultimi anni da politici di tutti i colori.
Adesso è arrivato il nostro momento di andare all’attacco”. Il governo vuole blindare la legge, rimane da chiedersi come si muoverà chi vuole contrasta.
via Il Fatto