Riportiamo qui su A Ruota Libera un estratto di articolo a firma del prof. Carlo Brusa, presidente de la “Associazione Italiana Insegnanti Geografia”, che ha come titolo “TFA e distribuzione dei posti nelle regioni”. L’autore fa un’analisi precisa e a tratti anche scoraggiante per i tantissimi precari, si stima circa 250mila, che parteciperanno alla preselezione di circa 20mila posti per l’insegnamento nella scuola. Il professore evidenzia anche come la distribuzione di tali posti (delle classi di concorso da abilitare n.d.r) non sempre è equilibrata, penalizzandone alcune.
Qui di seguito il sunto delle riflessioni dell’autore, mentre qui l’articolo completo [LINK]
I corsi di Tirocinio formativo attivo (Tfa), che inizieranno il prossimo autunno, daranno la possibilità a poco più di ventimila laureati, spesso non più giovanissimi, di conseguire l’abilitazione all’insegnamento dopo alcuni anni in cui ciò era divenuto impossibile a seguito della chiusura delle Ssis. Gli abilitati avranno maggiori opportunità di lavoro a tempo determinato e – in un futuro che si spera e pensa essere non troppo lontano – potranno accedere ad un concorso a cattedra per avere, finalmente, un lavoro a tempo indeterminato. Come si vede il percorso per arrivare ad esercitare stabilmente una professione appassionante, ma non tra le più remunerate rispetto all’impegno che richiede, oggi non è né facile né breve.
I bandi per l’ammissione ai corsi Tfa interesseranno circa duecentomila candidati, c’è chi dice duecentocinquantamila. Nei prossimi mesi si attiverà la complessa macchina dei test di sbarramento e delle successive prove di ingresso. Speriamo che l’ammissione ai corsi sia il meno possibile legata alla casualità, ma il rischio non è campato per aria, vista l’enorme discrepanza che si prevede ci sarà, almeno in alcune sedi e per determinate classi di abilitazione, tra il numero dei candidati alla prova di ammissione e quello dei posti messi a concorso.
Inoltre, la distribuzione dei posti non è sempre equilibrata e corrispondente ai bisogni del territorio. Molte Università, principalmente del Nord, non si sono rese conto dell’ingiustizia perpetrata soprattutto ai danni dei loro studenti, decidendo di non attivare alcuni corsi o di attivarli per un numero assai ridotto di posti rispetto ai bisogni della scuola e ai candidati presenti sul territorio.
Valga per tutti, ma il caso non è il più eclatante (si vedano ad es. le discipline aziendali, giuridiche ed economiche), la classe A039. I posti per il Tfa di Geografia, nelle regioni del Nord Ovest – ricche di sedi universitarie e con le prestigiose scuole geografiche di Genova, Milano e Torino – sono solo 20 e unicamente presso l’Università di Milano. Si noti che la Lombardia conta quasi 10 milioni di abitanti, il Piemonte, con la Val d’Aosta, arriva a circa 4 milioni e 500 mila abitanti e la Liguria ne ha più di un milione e seicentomila. In ben altra situazione versano ad esempio le Marche – con qualche decina di migliaia di abitanti in meno della Liguria – dove è stato bandito lo stesso numero di posti della Lombardia ripartiti in ugual misura tra le Università di Macerata e di Urbino.
L’articolo di Alessandro Santini, in corso di stampa sulla rivista dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia documenta alcuni di questi squilibri che si spera possano essere corretti con i corsi Tfa per l’anno 2012/2013, sempre che il Ministero decida di attivarli.
Carlo Brusa