Nuovi studi riabilitano le intolleranze alimentari, identificate con una serie di sintomi simili a quelli del colon irritabile (mal di stomaco, mal di testa, depressione, affaticamento). Si tratterebbe in sostanza di un malassorbimento dei carboidrati dall’intestino tenue dove fermentano per azione della flora batterica provocando i disturbi. Tra i principali imputati la frutta, dov’è contenuto più fruttosio che glucosio (come mele, pere e angurie) e verdura come cipolle, carciofi, asparagi, cavoli e cavolfiori, che vanno ad affiancare la già assodata intolleranza al lattosio individuabile tramite la mancanza di un enzima specifico. Per quanto riguarda il glutine esistono studi sulla “gluten sensitivity”, diversa dall’allergia e dalla celiachia. Si tratta di una reazione al glutine che coinvolge il sistema difensivo dell’organismo e comporta i classici sintomi da intolleranza alimentare. Anche per questa non esistono test specifici ma solo la prova empirica dell’includerli o escluderli dalla dieta.
A tal proposito vi invitiamo a visionare il video che segue, scoprirete la teoria del dottor Piero Mozzi.
via Club di Papillon
Twitter: @liboriobutera