Sabato scorso abbiamo pescato, nei mari italiani, l’ultimo pesce consentito per un consumo sostenibile e ora dovremmo rivolgerci all’importazione. Secondo il rapporto del New economics foundation e OCEAN2012 “l’Italia sta consumando più pesce di quello che i suoi mari sono in grado di fornire”: per l’esattezza il nostro grado di autosufficienza si è attestato attorno al 30,2%. Il problema del consumo eccessivo di alcune tipologie di pesce, dal branzino al salmone fino al tonno, è stato ancor di più aggravato dalla mancata riscoperta delle specie povere, come sottolineato da Davide Paolini su Il Sole 24 ore di domenica. A soffrire però sono anche altri abitanti del mare, non destinati all’alimentazione: i cavallucci marini. Vittime della pesca a strascico del gambero o utilizzati per intrugli della medicina popolare in Oriente, si stanno velocemente estinguendo. Per conservare tutte le specie esistenti si stanno attrezzando acquari e centri di ricerca dove saranno allevati, mentre l’Acquario di Genova persegue un progetto, presentato sul prossimo numero di Papillon, dedicato al pesce dimenticato.
via Clun di Papillon
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