ùCome si farà, infatti, a bandire un concorso a cattedra proprio su quegli insegnamenti? E’ come voler andare a nozze coi fichi secchi. Qui si parla di 20.000 abilitati TFA ogni anno. Di fronte a tale moltitudine occorre capire esattamente quale sarà il futuro di questi nuovi abilitati nella scuola, altrimenti ci andremo di mezzo tutti, nessuno escluso. Senza concorsi, (primo perchè costano, secondo perchè non si possono certo indire su classi in esubero) basterebbero due o tre anni di TFA per rendere ingestibile la graduatoria di seconda fascia di istituto, con le conseguenze che possiamo bene immaginare.
Credo sia chiaro per tutti questo, ed è proprio su questa eventualità che dovremmo cercare delle risposte. Se nessuna banca (o azienda) ti assume, non puoi andare a lamentartene dal solito politico di turno con l’obiettivo di farti inserire in una graduatoria provinciale, già chiusa per legge, dalla quale sai che o prima o poi potresti essere convocato per la stabilizzazione del tuo rapporto di lavoro. Invece nella scuola questo può accadere, a furia di continue pressioni sul Parlamento. A causa degli esuberi e dell’assoluta esiguità delle assunzioni, non si potranno assorbire tutti i precari attraverso il doppio canale.
Gli abilitati dei TFA per quanto tempo sopporteranno l’attesa in seconda fascia di istituto? A quel punto è chiaro che dovranno rivedere il sistema (albi regionali? chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici?) e a pagare saremo tutti, vecchi e nuovi abilitati.
Giuseppe Francesco Simone, Roccella Ionica (RC)