La scuola italiana ha bisogno di attenzione. I tagli indiscriminati degli ultimi anni, uniti ad una diffusa sub-cultura di basso livello messa in circolo dalla televisione (in primo luogo, ma non solo, quella commerciale) hanno messo in crisi un apparato dell’istruzione che era considerato di altissimo livello, specialmente nei gradi più bassi, scuola dell’infanzia e primaria. Sono venute a mancare le compresenze, i laboratori , le biblioteche scolastiche. E’ venuto a mancare, in buona parte, il sostegno a chi ha più bisogno, con risultati disastrosi in termini di disagio giovanile. Si è fatto il peggio possibile: abbassare il livello per tutti e contemporaneamente lasciare indietro i più deboli.
Migliaia di insegnanti, operatori scolastici, Dirigenti Scolastici, operatori delle Asl, dei Comuni, dell’Amministrazione Scolastica impegnati nella collaborazione con le scuole si sono dati da fare in contrapposizione a tutto questo. Con sempre meno personale, con sempre meno insegnanti di sostegno.
In qualche modo molto della qualità della scuola pubblica italiana si è salvato. Ma oggi occorre che i tagli si fermino, che si valorizzi l’istruzione come una risorsa nazionale ed europea, di un continente che, escluso dalla produzione manifatturiera, deve dedicarsi alla ricerca, all’innovazione, ad attività di alto livello culturale. Non per nulla l’Europa chiede l’80% di diplomati entro il 2020, cioè per i bambini nati dalle attuali quarte della scuola primaria in poi.
Un gesto simbolico: Mario Lodi compie 90 anni. E’ stato un simbolo importante della scuola di qualità in Italia. Il suo libro, suo e dei bambini di Piadena, “Cipì” è stato un vero romanzo di formazione per milioni di uomini e donne di questo paese. Le proposte della biblioteca scolastica, del testo libero, della libera discussione fra bambini, ispirate alla pedagogia di Celestin Freinet ed alla pratica didattica del Movimento di Cooperazione Educativa, sono diventate forza e sostanza della scuola europea. Con Gianni Rodari, don Lorenzo Milani, Bruno Ciari. Ancora Lodi scrive su “La Vita scolastica”, attento alla “vecchia” manualità della creta e del telaio, ed alla nuova dell’informatica. Attento, soprattutto, ai bambini.
Nominarlo senatore a vita sarebbe un segnale importante di discontinuità importante. Un segnale di un’Italia che vuole dare valore all’istruzione pubblica.
Twitter: @liboriobutera