I vini a denominazione toccano quota 527, di cui 334 Doc e 74 Docg, con 34 nuovi riconoscimenti che sono giunti solo nel 2011. Un vero e proprio record, ma non del tutto positivo. Lo dice Il Sole 24 Ore di domenica, sottolineando come il boom di riconoscimenti sia dovuto nel passaggio (a partire dal 1° gennaio) delle competenze dal ministero italiano a Bruxelles con la conseguente corsa alla fascetta. Molte le storture evidenti: l’impossibilità di tutelare sul piano internazionale 527 vini, la nascita di denominazioni troppo piccole per poter avere un reale impatto commerciale, e la nascita di Doc quantomeno insolite. Nel calderone, infatti, sono entrati Venezia (che si affianca a Tre Venezie e Serenissima) e Roma: due Doc comunali, di grande richiamo turistico, ma con pochi vigneti da tutelare. (Non si può giocare con le Doc: il vino è una cosa seria. Oggi anche il più preparato partecipante a un corso di sommelier sarebbe in difficoltà a ricordare tutte le Doc esistenti. Figuriamoci la promozione. Sembra che queste Doc siano nate senza una strategia, in ordine sparso, con dispendio di energie evidenti).
via Club di papillon